Omelia (03-04-2014)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Es 32, 7-8

«Va', scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d'Egitto, si è pervertito... Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi e gli hanno offerto sacrifici».
Es 32, 7-8


Come vivere questa Parola?

Tutti hanno bisogno di un Dio! O ci si affida alle braccia del Dio Vivo e Vero, che non si dimentica mai di me (cfr. la lectio di ieri) o, altrimenti, si cade inesorabilmente tra le braccia di un idolo. Non c'è via di scampo! Il filosofo illuminista Voltaire ha affermato polemicamente: "Dio ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza, ma l'uomo si è vendicato facendosi un Dio a sua propria immagine e somiglianza". E l'idolo più pericoloso che io mi costruisco è il mio "ego", quando pretende di essere l'unico padrone della mia vita, l'unico signore che vuole dominare su tutto.

Il cammino quaresimale di conversione che stiamo percorrendo è un itinerario di liberazione da tutti gli idoli che noi siamo portati a costruirci con le nostre mani, a cominciare proprio dal nostro essere "egoico" che ci porta a prevalere su tutto e su tutti. "Il vitello d'oro" è stato sempre una tentazione e un peccato ricorrente nel popolo di Dio lungo la millenaria storia della salvezza e rimane ancora oggi il peccato al quale anche noi siamo continuamente esposti.

In un momento di riflessione e di esame di coscienza cercherò di verificare se ci sono degli idoli nel mio cuore e soprattutto se c'è l'idolo del mio "io" che troneggia sull'altare della mia vita e chiederò al Signore umilmente di liberarmene per amore del Suo Nome.


La voce di un santo sacerdote salesiano (il Venerabile Don Giuseppe Quadrio)

"Infrangi, o Signore, l'idolo che troneggia sull'altare della mia vita: domina tu, o Signore; tu e non io, tu solo sempre"
dal suo Diario Spirituale: 30 marzo 1944

Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it