Omelia (07-05-2014) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Gv 6, 36;40 «Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete [...]. Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciti nell'ultimo giorno». Gv 6, 36;40 Come vivere questa Parola? Il discorso di Gesù sull'incredulità dei Giudei continua ancora nel vangelo di oggi ed è di grande ammonimento anche per noi: «Voi mi avete visto, eppure non credete». Non basta vedere Gesù per credere! E non basta nemmeno vedere i miracoli, dei quali del resto essi erano stati molte volte spettatori superficiali. Nel Triduo Sacro che abbiamo vissuto in preparazione alla Pasqua, meditando soprattutto i vangeli della Passione, quante persone abbiamo visto presenti nell'ora della Croce sul Calvario. Ma quanti di loro hanno creduto al mistero dell'Amore che si stava donando agli uomini fino all'estremo? Anche noi cristiani del terzo millennio, dovremmo forse cercare meno miracoli e chiedere più fede. Dovremmo, come sottolineavamo ieri, cercare soprattutto di leggere i segni molteplici della presenza reale del Signore Risorto nella nostra vita quotidiana: nella sua Parola, nei sacramenti (in modo speciale nell'Eucaristia), nella Comunità (soprattutto nei fratelli più poveri e nei sofferenti). Oggi, rientrando al centro del mio cuore, verificherò concretamente quali segni della presenza del Risorto son riuscito a percepire realmente nel mio vissuto quotidiano. La voce di Due Papi del nostro tempo «A Maria, madre della Chiesa e madre della nostra fede, ci rivolgiamo in preghiera. Aiuta, o Madre, la nostra fede! Apri il nostro ascolto alla Parola, perché riconosciamo la voce di Dio e la sua chiamata. Sveglia in noi il desiderio di seguire i suoi passi, uscendo dalla nostra terra e accogliendo la sua promessa» Papa Francesco e Benedetto XVI, Enciclica Lumen fidei, num. 59 Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it |