Omelia (30-05-2014) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Gv 16,23 «Nessuno potrà togliervi la vostra gioia.» Gv 16,23 Come vivere questa Parola? Gesù, incoraggiando i suoi discepoli alla vigilia della sua passione, continua il discorso sull'afflizione che poi si cambia in gioia. Ricorre ad un paragone molto significativo e concreto: la donna quando partorisce, si trova nella sofferenza e nel travaglio, ma quando ha dato alla luce il bambino non si ricorda dell'afflizione, per la gioia che è venuto al mondo un uomo (cf Gv 16,21). Così anche i discepoli devono attraversare il momento doloroso della passione e morte del loro Maestro, ma poi si rallegreranno per la risurrezione e la loro gioia sarà piena e totale e nessuno la potrà togliere. Anche per i cristiani il dolore rende possibile la gioia di una vita nuova: quella in Cristo Gesù risorto. Anche oggi il cristiano si rattrista per un mondo lontano da Dio, per le persecuzioni che tormentano i buoni, per le incomprensioni che li offuscano: ma essi sanno che tutto questo è transitorio, avendo la certezza che Dio è sempre presente e li aiuta a raggiungere il fine ultimo. La gioia del cristiano si sprigiona dove la vita è piena ed esplosiva, ma non è esente da prove e difficoltà, e sorge dalla consapevolezza che egli si sente amato da Dio e che ogni dolore può generare gioia, quando accettato e superato. Con la Parola di Dio e l'Eucaristia il cristiano attinge energie sempre nuove per alimentare la gioia. O Spirito di Dio, riversa in me gioia e pace e alimenta sempre in me la speranza che dopo il "venerdì santo" mi attende sempre la "Pasqua di risurrezione" La voce di una missionaria della carità Se nel vostro lavoro incontrate difficoltà e le accettate con gioia, con un largo sorriso, in ciò, al pari di molte altre cose, vedrete le vostre opere buone. E il modo migliore per dimostrare la vostra gratitudine consiste nell'accettare ogni cosa con gioia. Beata Madre Teresa di Calcutta D. Mario Maritano SDB - maritano@unisal.it |