Omelia (12-06-2014) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Mt 5, 23-24 «Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono». Mt 5, 23-24 Come vivere questa Parola? Questo Vangelo di oggi è di fondamentale importanza, perché ci aiuta a concretizzare nella nostra vita il comandamento dell'amore a Dio e al prossimo, scelto da Gesù come il Comandamento Nuovo che riassume tutta la Legge e i Profeti. I farisei pensavano esclusivamente alla relazione con Dio (la dimensione verticale dell'Amore), trascurando la relazione con i fratelli (la dimensione orizzontale). Gesù invece ritiene l'amore fraterno un'esigenza che fa parte integrante dell'Amore a Dio, tanto che in questo passo del Vangelo egli sembra metterlo al di sopra dell'offerta stessa fatta a Dio. L'offerta più vera è l'amore fraterno: se esso manca, tutto il resto non serve. Il vero culto a Dio non consiste in una serie di pratiche esteriori, di purificazioni, o di chissà quali penitenze, ma sta nell'impegno serio e concreto della riconciliazione con i fratelli e le sorelle. Dopo questo Vangelo, non sarà più possibile separare i due amori, (Dio e i fratelli), perché Gesù si trova al punto di congiungimento delle due dimensioni: egli ama i fratelli perché ama il Padre e ama il Padre perché ama i fratelli. I primi cristiani hanno preso molto sul serio questa Parola di Gesù, tanto che - nel testo citato più sotto a cui rimando - l'Eucaristia celebrata senza l'impegno della riconciliazione fraterna viene bollata con un verbo assai negativo: un sacrificio profanato. Non è forse vero che certe nostre eucaristie, celebrate con superficialità e disimpegno nella concordia fraterna, rasentano talvolta il rischio della ‘profanazione'? Signore Gesù, fa' che questa tua Parola assai impegnativa diventi sempre di più realtà concreta delle nostre eucaristie e della nostra vita di veri discepoli. La voce del documento patristico più antico «Nella domenica del Signore, riuniti, spezzate il pane e rendete grazie, dopo aver confessato i vostri peccati, affinché il vostro sacrificio sia puro. Chi è in lite col suo compagno non si unisca con voi, fino a che non si siano riconciliati, affinché il vostro sacrificio non sia contaminato» Didaché 14, 1-2 Anche il grande Vescovo e Martire Cipriano «Il sacrificio più grande davanti a Dio è la nostra pace e la concordia fraterna e un popolo radunato nell'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» La preghiera del Signore, 23 Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it |