Omelia (29-06-2014)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento su At 12,1-11; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19

"Quia nos beàti apóstoli Petrus et Paulus tua dispositióne lætíficant: hic princeps fídei confiténdæ, ille intellegéndæ clarus assértor; hic relíquiis Isræl instítuens Ecclésiam primitívam, ille magíster et doctor géntium vocandàrum. Sic divérso consílio unam Christi famíliam congregàntes, par mundo veneràbile, una coróna sociàvit."

(Tu hai voluto unire in gioiosa fraternità i due santi apostoli: Pietro, che per primo confessò la fede nel Cristo, Paolo, che illuminò le profondità del mistero;
il pescatore di Galilea, che costituì la prima comunità con i giusti di Israele, il maestro e dottore, che annunziò la salvezza a tutte le genti. Così, con diversi doni, hanno edificato l'unica Chiesa, e associati nella venerazione del popolo cristiano condividono la stessa corona di gloria.)


Ci piace partire dal Prefazio della Domenica 29 Giugno 2014 (La duplice missione di Pietro e di Paolo nella Chiesa) per riflettere un attimo sulla festa di San Pietro e Paolo, che venne istituita con decreto dello Stato Pontificio in data 29 aprile 1848, con celebrazione liturgica il 29 Giugno.

La solennità di questi santi è antichissima: è stata inserita nel Santorale romano molto prima di quella del Natale, tant'è che nel secolo IV si celebravano già tre messe: una in san Pietro in Vaticano, l'altra in san Paolo fuori le mura, la terza alle catacombe di san Sebastiano dove furono probabilmente nascosti per un certo tempo, all'epoca delle invasioni, i corpi dei due Apostoli.

Pietro e Paolo: due nomi che lungo i secoli hanno personificato la Chiesa intera nella sua ininterrotta Tradizione; con la loro predicazione infatti il Signore ha «dato alla Chiesa le primizie della fede cristiana».

Pietro, il primo degli apostoli, dotato di un ardente amore verso Cristo, che esclama: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16, 16). E Gesù che afferma come risposta: «E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16, 18). Su questa pietra stabilirò la fede che tu professi. Fonderò la mia chiesa sulla tua affermazione: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Tu infatti sei Pietro. Pietro deriva da pietra e non pietra da Pietro. Pietro deriva da pietra, come cristiano da Cristo.

Per commentare Paolo, l'apostolo delle genti, richiamiamo la lettura della ricorrenza: "Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l'annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone. Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen."

Anche per gli Orientali i due «fratelli» sono sinonimo di tutto il collegio apostolico, come pietre fondamentali della fede. Infatti ancora oggi il Papa invoca l'autorità dei santi apostoli Pietro e Paolo quando nei suoi atti ufficiali intende riferire la Tradizione alla sua sorgente: la Parola di Dio. Solo dall'ascolto di tale Parola nello Spirito la Chiesa può essere «resa perfetta nell'amore in unione con il Papa, con i Vescovi e tutto l'ordine sacerdotale».

A questo punto la riflessione che dobbiamo farci è: "Pietro e Paolo che cosa ci possono insegnare come famiglie e/o come coppia di sposi e/o di fidanzati?"
Il primo insegnamento di certo è la professione della fede, che ognuno di noi dovrebbe avere come membro della Chiesa cattolica, sia per se stesso che nell'ambito della realtà sociale in cui vive, famiglia, lavoro, parrocchia, ecc.,

Il secondo insegnamento è la testimonianza della fede, cioè quello di passare da una ortodossia a una ortoprassi quotidiana, ovvero sia passare dalla dichiarazione di intenti alla pratica degli intenti.

Il terzo insegnamento è la partecipazione nella Chiesa, attraverso l'agire quotidiano di attenzione verso il prossimo alla luce degli insegnamenti di Cristo.

Infine, l'ultimo insegnamento è avere fiducia in Cristo, che non ci lascerà mai soli, poiché egli sarà sempre presente (Io sono con voi tutti i giorni - Mt 28,20, notare che non dice "sarò" ma sono, quindi al presente, nella nostra quotidianità), perché sempre e ovunque si sia testimoni credibili del suo Amore, fino alla salvezza eterna.
Domande:

1) Come singolo quanta esperienza voglio fare dell'ascolto della Parola?

2) Come coppia il nostro vedere, giudicare, agire è improntato alla vera partecipazione per la realizzazione della Chiesa di Cristo?

3) Come genitori, come famiglia riusciamo a essere testimoni della fede tramandataci dalla tradizione familiare per consegnarla ai nostri figli?
Maria Grazia e Claudio Righi CPM di PISA