Omelia (25-06-2014)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mt, 7-18

"Un albero buono non può dare frutti cattivi, né un albero cattivo dare frutti buoni"

Mt, 7-18

Come vivere questa Parola?

Succede troppo spesso anche ai nostri giorni. Un albero, attaccato da microorganismi che l'inquinamento diffonde nell'atmosfera, si ammala. Produce una certa quantità di frutti, ma tutti guasti. Ricordo la tristezza con cui un contadino, mostrandomi un albero di fichi accanto a casa sua, staccò da un ramo un frutto maturo. Sembrava invitante a esser mangiato. Niente da fare. Dentro era un grumo di semetti ammuffiti. E' l'albero che sta male - disse con pena il contadino - e io devo decidermi ad abbatterlo.

E' così. Gesù la sapeva lunga sul creato. E quel suo dire: dai frutti si conosce l'albero è verità sapienziale che t'illumina la vita.

Non è mai il caso di giudicare il prossimo, ma di capire. Se il modo di pensare, parlare, agire di un uomo è esemplare so che posso fidarmi di lui. Nel caso opposto, è bene che io non segua le sue strade.

Se un tale, per esempio, ha (in campo civico, politico religioso) facondia di parole e belle promesse, ma poi è menzognero, adultero, avido di ricchezze e di potere, non è il caso che io gli dia la mia stima e fiducia. Frutti del genere che ho qui elencato e altri eticamente scorretti mi fanno escludere l'uomo dalla mia stima e fiducia.

Attenzione: non dal mio rispetto per il suo essere persona, ma appunto dal crederlo capace di coprire cariche di responsabilità verso gli altri e di essermi di esempio nel mio cammino di responsabilità umana e cristiana.
Signore, Ti prego, illuminami; dammi un cuore grande e sapiente. Che nessuno io escluda dall'impegno di amare ma non sia mai permissivo nelle mie valutazioni.
La voce di uno scrittore

"La bontà consiste nell'uscire da se stessi orientandosi verso gli altri. Sta nel mettere gli altri al nostro posto e trattarli come vorremmo essere trattati noi".

F. Faber
Sr Maria Pia Giudici - sanbiagi@casadipreghiera.191.it