Omelia (29-06-2014) |
don Luciano Cantini |
Su questa pietra «Ma voi, chi dite che io sia?». Gesù chiede ai suoi di guardarsi dentro, alla radice delle relazioni, oltre il sentito dire, le risposte da catechismo, i luoghi comuni. È una domanda imbarazzante perché tocca dentro, sembra che nessuno abbia il coraggio di rispondere; quali umane parole possono descrivere il mistero di una persona o di una relazione? Eppure l'ambiente era consono, fuori dalla Palestina, lontani dalla folla, dai farisei come dagli anziani del popolo, quasi nella intimità di una villeggiatura là dove sono le sorgenti del Giordano. È una domanda, quella che Gesù pone, che non possiamo eludere perché è rivolta provocatoriamente a tutti i discepoli di ogni epoca, a ciascuno di noi, per sollecitare in noi una risposta di fede. Solo Simone prende la parola ed esce con una espressione che è una "confessione": in quell'uomo che gli sta davanti Simone legge il dono di Dio, l'unto il consacrato, il Figlio di Dio, il vivente, colui che da la vita. «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Gesù è al centro della domanda e delle risposte; si era definito Figlio dell'uomo: non solo uomo tra gli uomini, ma Figlio di questa umanità che ha in eredità la storia e il cammino di salvezza, e proprio perché Figlio è inizio di una umanità nuova. Simone professa che quel Figlio dell'uomo è il Cristo, l'Eletto di Dio, il Primogenito del Padre, l'atteso d'Israele, il desiderato dalle genti, l'inviato di Dio per portare a compimento le sue promesse. Dio è il vivente perché comunica vita, ed è il Cristo a trasmettere vita agli uomini. La professione di Fede di Simone spazia lontano, va oltre il visibile del tempo presente per guardare al Regno di Dio che abita il futuro. Noi non riusciamo a guardare così lontano, legati come siamo al presente e a obiettivi a breve termine, a tempi contingentati, a scadenze prefissate, al limite della nostra esistenza. Beato sei tu, Simone, figlio di Giona Gesù non dice "bravo", hai risposto bene e con saggezza... Gesù chiama Simone Beato, proprio come i piccoli del vangelo che Gesù chiama beati ( Cfr Mt 5, 1-12), per il dono che ha ricevuto e professato. Gesù rivela a Simone che quello che ha detto non è farina del suo sacco, non nasce dal suo coinvolgimento, la fede che Simone scopre in sé, è dono di Dio Padre. Simone è Beato, non per questo diventa bravo, anzi le sue professioni di fede e di generosità sono destinate a naufragare perché frutto della sua volontà, dei suoi sentimenti, della sua umanità: Va' via, Satana! Tu sei un ostacolo per me, perché tu ragioni come gli uomini, ma non pensi come Dio (Mt 16,23), dovrà dirgli in Signore poco dopo. Se ogni giorno posso fare mia la confessione della fede è solo perché il Signore ogni giorno me ne fa dono. Gesù sa che questa risposta di Pietro proviene non direttamente da lui - pescatore di Galilea, apostolo - ma dal Padre! "... né la carne, né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli" (Mt 16, 17). Le parole di Simon Pietro sono una professione di fede; nascono dalla rivelazione, la cui fonte è il Padre stesso. Gesù Cristo fissa lo sguardo nel Padre. (Giovanni Paolo II, omelia del 29.6.84) Tu sei Pietro Così dunque la Chiesa viene fondata sulla pietra della fede, che ha la propria origine in Dio stesso: nel Padre. Nelle parole umane - così come un attimo prima nelle parole di Pietro - questa fede esprime la verità che è da Dio. (Giovanni Paolo II, omelia del 29.6.84) Il Signore non qualifica la persona di Pietro come roccia (πέτρα) fondamento, ma roccia è la sua confessione, o meglio il contenuto della sua confessione donata da Dio Padre su cui il Signore Gesù edifica la sua Chiesa, per la quale la confessione di Pietro è diventata "la pietra" (Giovanni Paolo II, ibid). Questo sarà fin dagli inizi il centro della fede apostolica professata prima di tutti da Pietro quale fondamento della Chiesa (CCC 442). Anche noi ogni giorno siamo chiamati a ritrovare nella fede in Cristo Signore il fondamento della nostra fede; sulla sua Parola dobbiamo fondare la nostra vita (Cfr. Mt 7,21-29) per essere pietre vive: quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio (1Pt 2,5). Nell storia, la Chiesa non è edificio stabile e concluso, al riparo di chi vuole prevaricare; c'è ancora tanto da legare e da sciogliere, ma soprattutto abbiamo assoluto bisogno di cogliere il dono di Dio che si manifesta nella Fede. |