Omelia (29-06-2014)
Marco Pedron
Lui è il vivente

Lunedì - Se non apri gli occhi vedrai qualcun altro e non me

Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: "La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?" (Mt 16,13).
Perché quest'annotazione? Perché fino ai versetti precedenti i discepoli sono imbevuti della "dottrina dei farisei e dei sadducei": sono cioè condizionati dal nazionalismo religioso che faceva vedere Israele come il popolo eletto chiamato a dominare.
Gli apostoli seguono Gesù: in realtà non Gesù, ma l'idea che loro hanno in testa di Gesù.
Avete presente a volte gli sposi? Ad un certo momento qualcuno dice: "Non sei più quello di una volta" (che vuol dire: "Sei cambiato"). Ma, invece, no! L'altro è sempre stato lo stesso, è che lui vedeva quello che voleva vedere.
Due uomini si incontrano. Uno dice all'altro: "Henry come sei cambiato" Eri tanto alto e adesso sei così basso! Eri così robusto e ora sei magrissimo! Eri tanto biondo e ora sei castano. Cosa ti è successo Henry?". Ed Henry risponde: "Non sono Henry, sono John!". "Oddio Henry, hai cambiato anche nome".
Allora che fa Gesù? Li porta fuori in terra straniera, pagana e li sottrae dall'influsso della mentalità giudaica.
Perché se non sei forte, se non hai struttura, se non sei individuato come persona, la società, la mentalità, il "clima" culturale, l'influsso sociale è più forte di te. Per cui non sei più tu che pensi ma è la società (quello che tutti dicono, quello che tutti credono) che pensa per te.

Qui Gesù fa una domanda. Ma attenzione, Gesù non chiede: "Che cosa dicono gli uomini che io sia" oppure: "Chi dicono che sia il Messia", perché la risposta era ovvia: «Tu sei il Messia, l'inviato da Dio che viene a liberare il popolo dalla dominazione romana, dalla corruzione dei sacerdoti e inaugurare il regno d'Israele, chiamato a dominare tutti gli altri popoli».
Gesù chiede: "Chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Se avete osservato ogni volta che Gesù parla di sé si definisce come il Figlio dell'Uomo. Ma che cosa significa il Figlio dell'uomo? È un'espressione aramaica/ebraica, che significa l'uomo che ha raggiunto la pienezza della sua esistenza. Quindi ciascuno di noi è chiamato ad essere Figlio dell'Uomo.
Allora quando Gesù parla di sé, parla come dell'uomo che ha raggiunto la pienezza, la maturità della propria esistenza che coincide con la condizione divina. Allora la divinità di Gesù è la sua piena umanità.

Gesù allora chiede ai suoi discepoli: "Che dicono gli uomini che sia il Figlio dell'uomo?", cioè l'uomo divino, secondo il progetto divino.
La risposta dei discepoli è un disastro perché la confusione è totale: hanno una confusione tremenda in testa.
Gesù li aveva già mandati a predicare (tutto il capitolo 10) dandogli il potere di scacciare gli spiriti impuri. E loro c'erano andati: solo che non seguivano Gesù ma l'ambizione di essere qualcuno.
E' per questo che la gente non ha capito per niente chi era Gesù: perché loro lo avevano presentato così, come il nuovo Elia o Geremia o uno dei profeti. Ecco le risposte.

Martedì - Parli per sentito dire o perché mi hai incontrato?

"Risposero: "Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti"." (Mt 16,14).
"Giovanni il Battista": ma come poteva essere Giovanni il Battista se era stato ammazzato?
Solo che c'era, in realtà, la credenza che i martiri resuscitassero immediatamente. E questa cosa ossessionava Erode tanto che quando arriva Gesù, Erode dice: "Ma se a Giovanni gli ho tagliato la testa io". Gesù, nel timore di Erode, è il Battista ritornato in vita.
Giovanni Battista era un giustiziere che abbatteva tutti quelli che non portano frutto e li getta nel fuoco (Mt 3,10). In Gesù vedono un personaggio del genere.
"Elia": secondo la storia ebraica Elia non era morto, ma era stato rapito in cielo. Il suo ritorno voleva dire: "Il Messia sta per arrivare: io lo annuncio". Ma Elia era un profeta vendicativo e violento.
"Altri Geremia": si diceva che Geremia, condannato a morte, al momento della lapidazione, Dio l'avesse nascosto dietro una pietra e così si sarebbe salvato.
"Qualcuno dei profeti": che spesso venivano uccisi.
Ebbene: di tutte queste risposte non ce n'è una di giusta. Ma neppure una di una. Sono tutte risposte che riguardano il passato, non il presente. Vedono Gesù con gli occhi di ieri, non per quello che lui è.
Questo vuol dire che i discepoli e gli apostoli pur avendocelo sempre davanti non avevano minimamente "visto" chi era Gesù. Loro non vedevano lui ma attraverso i loro vecchi filtri passati.
E' il grande pericolo per tutti noi: non di "vedere" Gesù ma di chiamare "Gesù" i nostri filtri e le nostre tradizioni. A volte le persone dicono: "Mai sentite queste cose!". "E' vero, ma ci sono sempre state scritte nel vangelo. Gesù è sempre stato questo... è che abbiamo visto altro".
C'è un indiano disteso a terra con un orecchio sull'asfalto che urla: "Mercedes Benz AK 454 AB". Un signore che passa di là gli dice: "Caspita! Ma lei sente tutte queste cose ascoltando i rumori e le vibrazioni sulla terra! Incredibile! Che meraviglia!". E l'indiano: "Ma non vede che mi ha appena tirato sotto!".

Mercoledì - Chi sono io per te?

"Disse loro: "Ma voi, chi dite che io sia?"." (Mt 16,15).
Gesù ha chiesto a tutti e come sempre in questo gruppo c'è il discepolo che vuole essere il leader, vuole essere il portavoce. Nessuno lo ha incaricato di questo, ma è lui che si è preso questo incarico.

"Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente"."(Mt 16,16).
Osserviamo che Mt dice: "Simon Pietro". Quando l'evangelista lo chiama Simone, allora Pietro segue Gesù; quando c'è Simon Pietro allora Pietro è vacillante su Gesù; quando c'è solo Pietro allora è in contrasto con Gesù.

"Tu sei il Messia (lett.), il Figlio del Dio vivente" (Mt 16,16).
La seconda parte della risposta è esatta. Infatti finalmente Simon Pietro, a nome del gruppo, riconosce in Gesù non il figlio di Davide, ma il Figlio di Dio vivente (Gesù infatti era già stato annunciato come Figlio di Dio): Pietro ci aggiunge "vivente", cioè colui che comunica vita.
Gesù non sarà come Elia o il Messia atteso che toglierà la vita ai nemici, ma è il vivente che dà la vita a tutti.
E' l'unico intervento giusto di Pietro nel vangelo.
Ora che Gesù non sia "figlio d Davide" è già un grande progresso: infatti Davide era così sanguinario che Dio non gli ha permesso di costruire il tempio perché le sue mani erano troppo sporche di sangue.
"Figlio", per gli ebrei, è colui che assomiglia al padre. No, Gesù non è affatto "figlio" di Davide!
Quando Gesù entrerà a Gerusalemme la folla gli urla: "Osanna al figlio di Davide" (Mt 21,9). Ma quando poi si renderanno conto che Gesù non è venuto con le armi, né con la violenza (come loro speravano), allora quella stessa gente gli griderà: "Crocifiggilo, crocifiggilo!" (Mt 27,22). Per la gente (non evoluta), finché rientri nei suoi schemi, finché vede in te ciò di cui ha bisogno, ti innalza e ti porta in palmo di mano ma quando si accorge che tu non sei come loro pensano allora ti si rivolta contro. E da tanto amato diventi tanto odiato... peccato che tu sia sempre tu!

Ma nella prima parte Simon Pietro aveva detto: "Tu sei il Messia". "Il" vuol dire ‘quello conosciuto', ‘quello atteso'. Pietro ha capito che in Gesù c'è una diversità, ma è ancora fermo nelle sue idee: tu sei "il" Messia forte, potente, armato, che noi aspettiamo. Non lo ha ancora visto (lo vedrà dopo la resurrezione).

Giovedì - Dio è il Vivente, colui che ti fa vivere!

"E Gesù gli disse: "Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli"." (Mt 16,17).
"Figlio": significa colui che assomiglia a qualcuno. Figlio di Giona: allora vuol dire che Pietro assomiglia a Giona.
Chi era Giona? Giona è un profeta, l'unico profeta, che ha fatto esattamente il contrario di quello che Dio gli aveva chiesto di fare. Dio aveva detto a Giona: "C'è una città, Ninive, che vive nel peccato. Vai e prega che si converta, altrimenti io la distruggerò". E Giona gli aveva risposto: "D'accordo, il patto è questo: se io vado, predico e Ninive si converte, tu o Dio non la distruggi". Solo che il signor Giona invece di andare ad oriente verso Ninive, si era imbarcato ed era andato ad occidente, dalla parte contraria, proprio in modo che la gente non si convertisse, così che Dio la potesse distruggere. Giona, quindi, ha fatto il contrario di quello che il Signore gli aveva chiesto di fare.
Anche Pietro farà esattamente il contrario di quello che Gesù gli chiederà di fare. Ma come Giona che ritornerà a Ninive, alla fine, anche Pietro si ravvedrà.

"Perché né la carne né il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio, quello che è nei cieli" (Mt 16,17).
Ciò che gli ha rivelato il Padre che è nei cieli, è che Gesù è il Figlio del Dio vivente, cioè colui che comunica vita. La carne, il sangue, cioè la tradizione familiare, culturale, sociale, gli dicevano: "Gesù è il Messia violento che aspettiamo". Ma il Padre gli ha mostrato: "No, Gesù non è quello che voi aspettate".

Venerdì - Ognuno di noi si costruisce sulla Roccia Viva: Dio

"E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degl'inferi non prevarranno su di essa" (Mt 16,18).
E' un versetto molto difficile perché c'è solo qui in Mt.
Gesù ha visto che finalmente uno dei discepoli capisce che lui non è il figlio di Davide, ma il Figlio del Dio vivente (anche se c'è il fatto del Messia).
Allora Gesù dice: "Tu sei Pietro (petros=sasso, mattone che si può cogliere o lanciare o adoperare per una costruzione) e su questa pietra (petra (come la città della Giordania)=roccia, talmente dura che non si può scalfire; è la base per la fondamenta di una costruzione)". Ma i due termini sono diversi: uno non è il femminile dell'altro (maschile). Come se noi dicessimo porto e porta: indicano due concetti completamente diversi.
Allora cosa si dice qui: "Tu sei un mattone (pietra) e sulla pietra/base che sono io (il Dio vivo), tu sei un (il primo ma non l'unico) mattone su cui costruire la comunità". Quindi: la roccia è Cristo, il Dio vivo, mentre Pietro è un mattone di costruzione (per poco!) sulla roccia del Dio vivo.
Pietro ha capito che Gesù è il vivente: è una sicurezza su cui costruire. Solo che la cosa dura esattamente sei versetti, visto che poco dopo Gesù dirà proprio a Pietro: "Va' dietro a me Satana! Tu mi sei di scandalo..." (Mt 16,23). La pietra adatta per la costruzione diventa subito pietra d'inciampo (skandalon=pietra d'inciampo).

"E le porte degli inferi (lett. dell'Ade) non prevarranno (lett. avranno il sopravvento) su di essa" (Mt 16,18).
Cos'è questo Ade? Per gli ebrei la terra era un ripiano dritto e sottoterra vi era c'era un'enorme voragine, una caverna, che era il regno dei morti. Quando uno moriva finiva lì: lì come ombre, come larve, ci si nutriva di polvere. In ebraico questo luogo si chiama Sheol; in greco Ade, in latino Inferi.
Quindi gli Inferi non centrano nulla con l'inferno. Gli Inferi sono il regno dei morti. Il vangelo non parla mai di inferno ma solo di inferi.
"Le porte" di una città nell'antichità significavano la sua forza.
Allora: che la forza (porte) dell'Ade non abbia il sopravvento sulla roccia che è Cristo vuol dire che se uno è radicato nel Dio Vivo, il regno della morte non ha nessun potere.
Chi vive non muore mai.

Sabato - Dirlo a tutti: "Lui ti fa vivere"

"A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli" (Mt 16,19).
Pietro, da questo vangelo, spesso viene raffigurato con le chiavi del Paradiso: ma qui si dice altro! Ma qui Gesù non dà le chiavi a Pietro per far entrare le persone nel paradiso.
"Regno dei cieli": Mt che scrive a degli ebrei ed è attento a non urtare la loro sensibilità, invece di dire "Dio", dice "regno dei cieli". E' quasi solo Mt infatti che usa quest'espressione.
Quindi regno dei cieli=Dio. L'aldilà, il paradiso, non centrano: il regno dei cieli è la comunità quando vive "secondo" le leggi del Cristo, di Dio, cioè quando è Viva!
"Le chiavi": in oriente chi deteneva le chiavi era responsabile della sicurezza.
Allora Gesù dice a Pietro: "Visto che tu hai capito (per un attimo!) chi sono io (il Vivente), ti do la responsabilità (chiavi) di tutti coloro che vogliono vivere come me (regno dei cieli=comunità)".
Quindi qui non c'è nessun mandato di comandare ma di proteggere, di servire, di prendersi cura, di far in modo che tutti coloro che vivono "alla Gesù" siano vivi e figli del Dio vivente. Anzi, chi ha le chiavi sacrifica la propria vita per proteggere chi vi è dentro!

"Tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli" (Mt 16,19). Cieli=come abbiamo già detto, non l'aldilà ma la comunità.
Legare (in greco deo) e sciogliere (lyo) sono due verbi che appartengono al linguaggio rabbinico, degli scribi e significano l'autorità di insegnamento della dottrina. I rabbini legavano con la Legge gli uomini a Dio e sempre attraverso la Legge scioglievano gli uomini da Dio.
Allora cosa sta dicendo Gesù a Pietro: "A te do il potere di trasmettere questo insegnamento sulla terra e nei cieli (non nell'aldilà ma nella comunità che vive "alla Gesù"). Tu, caro Pietro, devi essere garante fuori (terra) e dentro (cieli=la comunità) che il mio messaggio sia un messaggio che rende vive le persone.

Domenica - Mezzi efficaci solo se ti fanno vivere

Cosa dice a me? Gesù Cristo è il Vivente, cioè: "Tu mi fai vivere!".
Gli apostoli quando si liberarono dai loro schemi religiosi precedenti e capirono veramente chi era Gesù, andavano in giro e dicevano solo questo: "Lui ci fa vivere! Lui è la Vita! Lui è vivo!".
Tuo figlio compie gli anni e gli prepari una festa con tutti i suoi amici. Così ti dai da fare, prepari i dolci, i panini; addobbi la casa, prepari i giochi, ecc. Prepara tutto bene ma non dimenticarti di fargli gli auguri, di festeggiarlo, di dirgli quanto lo ami.
Nella vita non dobbiamo mai perdere di vista l'obiettivo e ciò che ci porta all'obiettivo.
La messa e le preghiere sono dei mezzi efficaci se ci portano al centro, all'obiettivo: Lui, il Vivente. Ma se i miei riti non mi "fanno vivere", non mi mettono in contatto con Lui, sono inutili.
Noi siamo qui in chiesa: ciò che conta è che incontriamo Lui, che la Vita scorra più forte e più viva dentro di noi, che qui riusciamo ad aprire spazi di vita per noi e per il mondo. Uscendo da qui ci dobbiamo sentire più vivi, solo così avremo fatto esperienza della Vita.
Nei vangeli quasi mai Dio si incontrò nel tempio e quasi sempre, invece, fuori del tempio. Il tempio, l'edificio chiesa, è buona se ci mette in contatto con la Vita, con Dio.
Ma Dio non è in chiesa; Dio è dove si vive, dove la vita pulsa, batte, dove si ama, dove l'amore si traduce in gesti concreti. E se questo avviene fuori, allora, Lui è fuori.
C'è una bellissima storia raccontata dal cardinale Martini. C'è un matrimonio in parrocchia. Gli sposi avevano preparato un rinfresco dopo il matrimonio nel cortile della parrocchia. Ma piovve e non fu possibile. Così gli sposi chiesero di festeggiare in chiesa: "Solo un po' di dolce e un brindisi". Il parroco non era d'accordo ma accettò. Ma poi si sa com'è: un bicchiere tira l'altro; e poi una canzone, un'altra, un ballo, un altro. Così dopo varie ore tutti gli invitati erano ancora in chiesa che ballavano, che si divertivano e che festeggiavano. Il parroco era tesissimo. Il sacrestano allora vedendolo così gli disse: "Don Antonio vedo che è molto teso!". "Certo che lo sono! Senti che rumore che fanno, proprio nella casa del Signore!". "Ma non avevano dove andare!". "Lo so bene! Ma è proprio necessario che facciano questo baccano?". "Beh non dobbiamo dimenticare che Gesù stesso ha partecipato una volta ad un banchetto di nozze"."Lo so benissimo che Gesù Cristo ha partecipato ad un banchetto di nozze non devi mica venire a dirmelo tu! Ma lì non avevano il Santo Sacramento!".
Questo è il grande pericolo: che il Santo Sacramento diventi più importante di Gesù Cristo, che l'adorazione diventi più importante dell'amore per il vicino e per le persone, che la norma e la legge diventino più importante della vita.
Dio è vita, vive ed è presente dove la Vita si libera e si esprime.
Due amiche si trovano. Una narra all'altra la sua difficoltà ad amare il marito. Il marito non è cattivo affatto, anzi, e lei lo sa. E' che lei sente proprio la sua difficoltà a farlo. Si commuove, piange, si dispera.
Poi le due amiche si abbracciano forte forte e si salutano.
Quando torna a casa sente pace nel suo cuore: forse aveva solo bisogno di sfogarsi e di allentare la tensione; forse aveva solo bisogno di scacciare un sassolino che stava diventando una casa; forse stava ingigantendo un po' troppo. Dio, il Vivente, è lì!
Ho partecipato ad un gruppo di condivisione: ciascuno racconta di sé, ciò che ha dentro e la guida ti aiuta ad approfondire e a capirti. Si piange, si ride, ci si apre, si percepisce che i tuoi problemi sono i problemi degli altri, ci si sente fratelli e si coglie l'amore che circola. Dio, il Vivente, è lì!
Una ragazza è andata sei mesi ad aiutare una congregazione di suore in Africa. Lì fa cose semplici: aiuta i bambini a giocare, insegna loro la pulizia personale e qualche lavoretto per mantenersi un giorno. Ma l'amore si libera dalle sue mani, dai suoi occhi luminosi, dalle sue parole accoglienti e dal suo cuore pieno di amore. Dio, il Vivente, è lì.

Pensiero della Settimana

Dove c'è la vita, c'è Lui.
Dove c'è Lui, c'è la Vita.
E questo è un criterio per sapere dove Lui c'è.