Omelia (15-08-2014) |
don Michele Cerutti |
Commento su Luca 1,39-56 La solennità dell'Assunta ci invita ad avere gli occhi ancora una volta verso la nostra patria. Una festa che ci aiuta a ricuperare la dimensione sulle realtà ultime quando la vita quotidiana è interpretata in chiave esclusivamente razionale e i problemi su queste realtà vengono demandate a filosofi e poeti. Come è importante nel nostro camminare sulla terra un obiettivo preciso per non perderci solo dietro a semplici passi, ma avere un orizzonte ben chiaro. Maria è il modello di questo cammino e da Lei impariamo a essere uomini e donne che si mettono a scuola della Parola e che non solo l'ascoltano, ma la vivono. Giunta in casa della cugina Elisabetta questa esalta di Maria il fatto che abbia creduto all'adempimento della Parola di Dio. Anche Gesù di Maria metterà in evidenza questo aspetto quando in cammino verso Gerusalemme in un villaggio, una donna dirà: "Beati i seni che ti hanno allattato" e Gesù dirà: "Beati piuttosto quelli che ascoltano e vivono la Parola". Può sembrare irriverente questo intervento di Gesù, ma quel piuttosto ci dice il grande rispetto del Figlio per la Madre. Il "fiat" di Maria è un affidamento alla parola del Signore. Maria concretizza la Parola nel servizio va dalla cugina Elisabetta nel sesto mese di gravidanza e fino al concepimento rimane a servizio. La Vergine non si tira indietro nel porsi in aiuto. Ella ci insegna che non basta dire: Signore, Signore. Non bisogna limitarsi a una semplice accoglienza della Parola ma occorre farla agire. Maria ci dice in questo brano del Vangelo che la nostra salvezza dipende della carità. Eccola la Vergine diventa modello di carità. Ella sa guardare alle nostre necessità come quella volta a Cana di Galilea dove le ha bastato poco per capire l'imbarazzo dei commensali che non avevano più vino. Maria diventando modello è valida nell'intercessione. Ella ha come scopo unico quello di portarci a Gesù e una spiritualità mariana che non ha questo scopo è fuorviante e pericolosa e non gradita alla stessa Vergine. Una spiritualità senza Maria è altrettanto dannosa. Paolo VI, il prossimo beato, affermava: "Non ci si può dire cristiani senza essere mariani". Ci sono cattolici che sembrano più preoccupati a guardare in maniera altezzosa la devozione mariana come qualcosa di datato. Mi piace riportare questo intervento del giugno scorso di Papa Francesco ai giovani di Roma davanti alla grotta di Lourdes: «Quando un cristiano mi dice, non che non ama la Madonna, ma che non gli viene di cercare la Madonna o di pregare la Madonna, io mi sento triste. Ricordo una volta, quasi 40 anni fa, ero in Belgio, in un convegno, e c'era una coppia di catechisti, professori universitari ambedue, con figli, una bella famiglia, e parlavano di Gesù Cristo tanto bene. E ad un certo punto ho detto: "E la devozione alla Madonna?" "Ma noi abbiamo superato questa tappa. Noi conosciamo tanto Gesù Cristo che non abbiamo bisogno della Madonna". E quello che mi è venuto in mente e nel cuore è stato: "Mah... poveri orfani!". È così, no? Perché un cristiano senza la Madonna è orfano. Anche un cristiano senza Chiesa è un orfano». «Un cristiano ha bisogno di queste due donne, due donne madri, due donne vergini: la Chiesa e la Madonna. E per fare il "test" di una vocazione cristiana giusta, bisogna domandarsi: "Come va il mio rapporto con queste due Madri che ho?", con la madre Chiesa e con la madre Maria. Questo non è un pensiero di "pietà", no, è teologia pura. Questa è teologia. Come va il mio rapporto con la Chiesa, con la mia madre Chiesa, con la santa madre Chiesa gerarchica? E come va il mio rapporto con la Madonna, che è la mia Mamma, mia Madre?». Concludo con questa preghiera mariana di San Bernardo da Chiaravalle che faccio mia per tutti voi: Chiunque tu sia, che nel flusso di questo tempo ti accorgi che, più che camminare sulla terra, stai come ondeggiando tra burrasche e tempeste, non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella, se non vuoi essere sopraffatto dalla burrasca! Se sei sbattuto dalle onde della superbia, dell'ambizione, della calunnia, della gelosia, guarda la stella, invoca Maria. Se l'ira o l'avarizia, o le lusinghe della carne hanno scosso la navicella del tuo animo, guarda Maria. Se turbato dalla enormità dei peccati, se confuso per l'indegnità della coscienza, cominci ad essere inghiottito dal baratro della tristezza e dall'abisso della disperazione, pensa a Maria. Non si allontani dalla tua bocca e dal tuo cuore, e per ottenere l'aiuto della sua preghiera, non dimenticare l'esempio della sua vita. Seguendo lei non puoi smarrirti, pregando lei non puoi disperare. Se lei ti sorregge non cadi, se lei ti protegge non cedi alla paura, se lei ti è propizia raggiungi la mèta. |