Omelia (14-09-2014) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Gv. 3.17 "Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui" Gv. 3.17 Come vivere questa Parola? Riprendere il cammino della PAROLA DI DIO con quest'affermazione fortissima del Vangelo di Giovanni è come ossigenarsi l'anima, il cuore e la vita. Molta gente ha buttato ai rovi la propria identità cristiana perché non ha preso mai contatto vero e profondo con quanto vien detto qui. In fondo ciò che domina l'uomo ancora oggi è la paura. Che si annidi nella sua parte inconscia o che lo assedi dopo errori commessi, non sempre lo si sa appurare. La paura è distruttiva, proprio perché è come nerofumo di confusione da cui però emerge un guaio serio: la falsa immagine di Dio. Dopo aver ascoltato tante persone so che molte pensano a un "dio" castigamatti, pronto a scagliare fulmini sul peccatore. Non è così! Dio vuole che tu, che io e ognuno di noi sia salvo. La prova? Ascoltiamo ancora Giovanni: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito perché chiunque crede in Lui non vada perduto ma abbia la vita eterna" (Gv. 3.16). Si, il Padre ci ha dato Gesù, Suo Figlio: non su un letto di rose ma su quell'obbrobrio che era il supplizio della Croce. Gesù così aveva preso su di sé tutto il marciume del peccato, tutto il male del mondo. E fu questo il modo concreto per dire a ognuno: ti voglio così bene che muoio per te. Ti voglio salvo, ti libero dalla paura. La voce di una consacrata Signore credo in te, perciò mi fido di te. L'abbandono si esprime nel non pretendere di decifrare il futuro, di controllarlo, di conoscerne i risultati. Mi sento al centro del cuore, con te Signore. Sono nella pace. Sr Ivana Marchetti fma. (1944 - 2009) Sr Maria Pia Giudici fma |