Omelia (07-10-2014) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Lc 10,41-42 «Ma il Signore le rispose: "Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte buona, che non le sarà tolta». Lc 10,41-42 Come vivere questa Parola? Nella vita quotidiana siamo spesso coinvolti, anche nostro malgrado, da mille situazioni assillanti. Dedicarci a molteplici attività è giusto, ma ad un patto: non perdere mai il centro unificatore, ciò che permette alla nostra vita di non frantumarsi, ma di rimanere unificata. Questo centro di unità è l'ASCOLTO DELLA PAROLA. Esso è indispensabile e fondamentale, non è un di più o un optional, in alternativa a qualche altra cosa. Non c'è alternativa all' ASCOLTO. E' tutto il racconto dell'episodio di Marta e di Maria a dimostrarlo, ma anche tutto il vangelo di Luca: «Beati quelli che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono» (Lc 11,28). «Guardate a COME ascoltate». (Lc 8,18). La Parola va ascoltata a lungo nel silenzio. Il silenzio è lo spazio che custodisce la Parola e che permette al nostro cuore di ri-orientarsi. Solo un cuore unificato dalla Parola assimilata nel silenzio è in grado di scoprire il filo d'oro, che nella complessità della nostra vita, sa collocare al posto giusto situazioni ed eventi aggrovigliati, che diventano altrimenti indecifrabili e ingovernabili. L'ASCOLTO della Parola, e solo esso, è il filo conduttore che ci orienta nel labirinto delle nostre frenetiche attività. Ma anche nessuna dicotomia fra ASCOLTO DELLA PAROLA e diaconia, e nemmeno giustapposizione, nel maldestro tentativo di metterli l'uno accanto all'altra, magari in una sequenza soltanto cronologica, quasi che bastasse un po' di ascolto prima della diaconia. Fra loro ci deve essere una vera e profonda unità vitale. L'ASCOLTO DELLA PAROLA dev'essere il centro, l'anima, il fulcro propulsore della diaconia. Signore, aiutami ad avere un cuore adorante ed ascoltante, come Maria, la Madre tua, donna dell'ASCOLTO. La voce di una Beata del nostro tempo «Quanto è indispensabile questa bella unità interiore all'anima che vuole vivere quaggiù della vita dei beati. Mi sembra che a questo pensava il Maestro quando parlava a Maria della sola cosa di cui c'è bisogno. Quanto l'avesse ben capito la grande santa! L'occhio della sua anima illuminato dalla luce della fede, aveva riconosciuto il suo Dio sotto il velo dell'umanità e nel silenzio, nell'unità delle sue potenze "ascoltava la sua parola"... Sì, non sapeva più nulla, se non lui» Beata Elisabetta della Trinità Don Ferdinando Bergamelli SDB f.bergamelli@tiscali.it |