Omelia (08-10-2014)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Lc 11, 1-2

«Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli". Ed egli disse loro: "Quando pregate, dite: PADRE!».

Lc 11, 1-2

Come vivere questa Parola?

Nel "Padre nostro" secondo la redazione di Luca, che ci viene presentato nella liturgia odierna, si trova all'inizio un termine breve, ma fondamentale: PADRE, sul quale mi soffermo brevemente. Intanto Luca annota all'inizio del testo - come tante volte nel suo Evangelo - che Gesù era in preghiera. Egli era in continua unione con il Padre, ma nella sua umanità sentiva un bisogno imperioso di intimità con Lui e vi dedicava ampi spazi, ore e notti intere. Tanto che i discepoli rimanevano estasiati e in ammirazione davanti alla preghiera di Gesù. Essi intuivano che essa era la scaturigine profonda e misteriosa di tutto il suo operare e, quindi, ne volevano essere fatti partecipi, in qualche modo, anche loro: «Signore, insegnaci a pregare!».

Nel Vangelo di Luca si trovano molti passi in cui Gesù si rivolge direttamente a Dio semplicemente con questa breve parola: «Padre!» (in aramaico: "Abba"). Ne scelgo solo tre: «Padre, ti ringrazio» (Lc 10,21); «Padre, sia fatta la tua volontà (22,42); «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (23,46)...

Per Gesù, durante la sua vita terrena, la cosa più preziosa e vitale era la sua relazione filiale con il Padre, e dicendo «Padre!» egli riassumeva tutto: questa semplice parola esprimeva tutto il contenuto della sua preghiera di Figlio! In tal modo Gesù offre anche a noi il modo di poter dire insieme con lui: «Padre!». Questa è una grazia che deve riempirci continuamente il cuore di gioia e di stupore: il Figlio unico del Padre ha voluto che noi fossimo insieme con lui figli dello stesso Padre, in modo da condurre pure noi a rivolgerci a Dio con lo stesso grido filiale: «Padre!». San Giovanni, nella sua prima lettera, esclama estasiato: «Quale grande dono ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!» (1 Gv 3,1).
«Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione» (Lc 11,2-4).
La voce di un grande Vescovo e Martire

«Un'acqua viva e parlante in me, mi dice interiormente: "vieni presso il Padre"»
Ignazio di Antiochia ai Romani 7,2
Don Ferdinando Bergamelli SDB f.bergamelli@tiscali.it