Omelia (24-10-2014) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Ef 4,1-3 "Io dunque, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell'amore, avendo a cuore di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace". Ef 4,1-3 Come vivere questa Parola? Paolo è in prigione a causa del suo aperto testimoniare il Signore e, dal carcere, non cessa di esortare i suoi figli in Cristo Gesù. Quello che egli propone è un autentico stile di vita cristiana che è attuale sempre. Direi, anzi, che nello sfacelo di una società in fase di profonda crisi socioculturale com'è la nostra, gli atteggiamenti proposti da Paolo si rivelano come quelli che possono fungere da ‘antidoto' ai mali presenti. Quel senso di orgoglioso fare a meno di Dio che si esprime in tanta boria di autosufficienza nell'uomo contemporaneo trova il correttivo nell'esercizio dell'umiltà. Come la prepotenza, la prevaricazione e l'intolleranza (magari anche verniciata di religiosità) trovano nella mansuetudine e nella pazienza la terapia giusta. La sopportazione vicendevole, che non è un rassegnato sopportare l'altro ma un "portarlo con amore nel proprio cuore", diventa poi un modo di realizzare l'unità e la comunione che sono il bene delle famiglie e delle comunità. E tutto questo nel vincolo della Pace. Cioè in Colui che è anche vincolo di unione, perché è la "nostra PACE": Cristo Signore. Signore Gesù, "nostra PACE", aiutami ad essere davvero un non-violento, un assertore, un costruttore di pace. Ma esercitandomi in quegli atteggiamenti così semplici e al tempo stesso così necessari che Paolo qui m'insegna e che Tu, con la tua grazia, mi dai di assumere. La voce di Monaco Buddhista Tibetano "Tutti parlano di pace, ma non si può realizzare la pace all'esterno se si coltivano nel proprio animo la collera o l'odio". Dalai Lama Sr Maria Pia Giudici |