Omelia (01-11-2014)
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COMMENTO ALLE LETTURE
Commento a cura di Mons. Remo Bonola

Introduzione. La solennità odierna in onore di tutti i Santi ci ripropone una realtà, ritenuta fuori moda. La santità.
La santità, molti oggi la ritengono una mèta impossibile.
Quale il motivo? Semplicemente quello di pensare, che la santità, sia uno stato di vita riservato solo ad esperti di prodigi, miracoli e cose straordinarie. Niente di più falso di questo comodo pregiudizio. Per snidare la santità infatti, occorre solo una piccola strategia di avvicinamento, che consiste nella convinzione di voler indossare ogni giorno l'abito dell'ordinarietà, fatto di semplicità, di umiltà e di abbandono fiducioso in Dio.
Gesù infatti, così pregava: " Ti ringrazio, Padre, che hai nascosto queste cose (= la santità) ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli". (Mt. 11,25).
La santità dunque, non è fatta per quanti si proclamano e vivono da "padreterni" della storia e della società, ma per le anime bisognose e assetate di Dio. Perciò la storia umana si concluderà bene per quanti avranno seguito Dio nella santità ordinaria di ogni giorno; si concluderà con un amaro fallimento eterno, per quanti invece avranno volutamente rifiutato Dio in vita.
Riflessione. Pertanto, la santità rifiutata, sia nella vita personale, che in quella civile, è sempre causa di mille lacerazioni interiori e anche sociali, che si manifestano purtroppo con i mille conflitti di guerre assurde e di efferati delitti, di cui ridondano le cronache di ogni giorno. Causa prima di questo triste stato di cose? Nessuno ha il coraggio di affermarlo in pubblico: la mancanza di Dio e il calpestamento delle sue leggi di vita.
Al contrario, la santità vissuta secondo lo spirito della suaccennata preghiera di Gesù, è sempre fonte di benessere, di comunione, non solo con Dio, ma anche con il prossimo.
Nel suo libro "Quattro Santi", il filosofo francese Louis Lavelle, conferma questa consolante realtà, quando scrive:< Il Santo grazie alla vita in comunione con Dio, è il solo uomo, che vive anche in comunione con noi, mentre tutti gli altri in una certa misura, restano da noi separati> e io aggiungerei anche:< divisi e sempre in guerra tra loro>.
In che consiste la santità?
Questa domanda prospetta due risposte:
1. La santità nel realizzarla consiste nel mettere in pratica lo spirito e lo sprint interiore, che scaturiscono dalle Beatitudini (cfr. 3ᵃ lettura);
2. La santità nel raggiungerla, consiste nel possesso della visione beatifica intesa come l'ha definita nel 1336 il Papa Benedetto XIII, come :< Contemplazione dell'essenza divina, con una visione intuitiva di Dio... che si svela nitidamente, chiaramente, apertamente e per questa fruizione, le anime sono veramente felici e hanno vita e pace eterna>.
Riflessione. Il romanziere francese Jaques Anouilh, ha scritto:< Anche la santità è una tentazione>.
C'è da augurarsi che sia una tentazione tra le poche, che valga la pena di assecondare e perseguire, col ritenerla, non una mèta inarrivabile, ma un traguardo possibile e alla portata di tutti, perché dice S. Ambrogio:< Quelli che desiderano il Sole di Giustizia (= Cristo), ricevono la chiarezza dell'eterno fulgore, che nessuna notte riesce ad alterare>. (S. Ambrogio dal commento al Salmo 118).
I motivi per i quali la santità è possibile a tutti.
Ne ricordiamo i più essenziali: la santità dunque è possibile perché:
1. Con il Battesimo tutti possono raggiungerla;
2. Riveste generalmente l'abito dimesso dell'ordinarietà, al punto che raramente ci si accorge di aver vissuto, o di vivere accanto ad un santo;
3. Con i Sacramenti vissuti bene, la santità si perfeziona di giorno in giorno e diventa a portata di mano;
4. Con la gioia interiore e la perseveranza nel bene, la santità ci aiuta a vivere meglio il duro, ma gratificante mestiere del cristiano;
5. La santità consiste nello sforzo continuo di diventare ciò che dobbiamo essere, imitando Cristo, come:
6. Uomini: perfetti nel pensare, amare e agire;
7. Battezzati: assetati e affamati, non delle cose visibili, che sono di un momento, ma di quelle invisibili, che sono eterne, ci ricorda S. Paolo (2 Cor. 4,18).
Conclusione.
La festa di oggi dunque, ci lascia una rassicurante certezza, nel riconoscere con il convertito Leon Bloy, che.< Nel mondo esiste una sola tristezza: quella di non essere Santi>, soprattutto se non si capisce che:< Il Signore ha reso la santità, una mèta semplice, gioconda e bella>.Bruce Marshall.