Omelia (07-11-2014)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Fil 3, 20-21

"La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose".

Fil 3, 20-21

Come vivere questa Parola?

Paolo ha già attraversato l'Europa e l'Asia e la sua esperienza di cittadino del mondo è ben consolidata. Ha capito il valore che è l'attraversare culture diverse ed è diventato capace di intuire e trattenere di ogni cultura quei germi di verità che permettono al vangelo di Cristo di ridirsi in storie e popoli nuovi. Ora fa un passo in più: comprende che la cittadinanza che ci permette di essere riconosciuti sulla terra e che regola i nostri diritti e doveri, per noi cristiano non è tutto; ne abbiamo una in cielo che ci definisce. C'è un luogo oltre la terra dove un'anagrafe nuova ci identifica e dà un valore eterno a quello che siamo qui. Lui non fu spettatore della trasfigurazione di Gesù sul Tabor, ma i racconti di Pietro, Giacomo e Giovanni devono avergli fatto intuire quell'oltre, dove ogni aspetto della nostra umanità matura le sua pienezza e totale bellezza.
Signore, aiutaci ad essere sempre consapevoli cittadini della terra e del cielo.
La voce di don Bosco

"Vi presento un metodo di vivere breve e facile, ma sufficiente perché possiate diventare la consolazione dei vostri parenti, l'onore della patria, buoni cittadini in terra per essere poi un giorno fortunati abitatori del cielo."

dal Giovane Provveduto
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it