Omelia (24-11-2014)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Ap. 14, 4-5

"Seguono l'Agnello dovunque vada. Questi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l'Agnello. Non fu trovata menzogna sulla loro bocca: sono senza macchia."

Ap. 14, 4-5

Come vivere questa Parola?

Questa pericope dell'Apocalisse tenta di esprimere qualcosa che, essendo ineffabile, fatica a essere recepito da noi.

Secondo un simbolismo pervenutoci dall'Antica Alleanza (in particolare dal sacro rito pasquale), sappiamo che il miglior agnello veniva sgozzato e poi mangiato, ricordando che il suo sangue, era servito a preservare gli Israeliti dalla spada dell'Angelo punitore.

Ora, ricordando che l'Agnello, ucciso per salvare il popolo, era divenuto figura di Gesù, mite Agnello che si lasciò configgere alla croce per salvarci, è bello pensare a questa sequela di gente fedele che si è decisa per Lui: il Signore morto e risorto, il Signore che vince ogni morte.

Saremo anche noi, nella vita che dura, in questa apoteosi di luce e di gioia?

Si, a un patto però: quello di essere trovati veri, leali, fuori da quella bugia esistenziale che è la menzogna: il peccato come tentativo di cambiare le carte in tavola a Dio. Che assurdità!

Signore, liberami dal ‘barare' esistenzialmente. Fammi vera, trasparente, fiduciosa in Te o mia Verità e Vita.
Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. (Sl 50,12)
La voce di un Papa

La tradizione giudaica ha posto il Salmo 50 sulle labbra di Davide sollecitato alla penitenza dalle parole severe del profeta Natan (cfr vv. 1-2; 2Sam 11-12), che gli rimproverava l'adulterio compiuto con Betsabea e l'uccisione del marito di lei Uria. Il Salmo, tuttavia, si arricchisce nei secoli successivi, con la preghiera di tanti altri peccatori, che recuperano i temi del "cuore nuovo" e dello "Spirito" di Dio infuso nell'uomo redento, secondo l'insegnamento dei profeti Geremia ed Ezechiele (cfr v. 12; Ger 31,31-34; Ez11,19; 36, 24-28).

Giovanni Paolo II
Sr Maria Pia Giudici FMA