Omelia (28-11-2014) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Lc 21, 33 "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno." Lc 21, 33 Come vivere questa Parola? Siamo dentro un rapidissimo passaggio. Passa il cielo con miliardi di astri, passa la terra con le sue innumerevoli forme di vita. Gesù annuncia questo tramontare di tutto ciò che non appartiene all'eterno. Ne fa una specie di sfondo importante per dare risalto a ciò che, al contrario, non passa. Ecco: le sue PAROLE (e quindi tutta la Sacra Scrittura) rimane in eterno. Come una luce "che illumina ogni uomo che viene in questo mondo" (Gv. 1,9). Come chiave interpretativa della nostra vita quaggiù che non sarà tolta ma cambiata assolutamente in un "meglio": splendore dell'essere e dell'esistere. Si tratta dunque di dar credito alla Parola di Dio, a quella stessa che, seguendo il ciclo liturgico, ogni giorno dai testi della Messa e dell'Ufficio Divino (Lodi-Vespro-Compieta) mi viene offerto. La Tua Parola, Signore, è luce di verità, pane che nutre la mente e il cuore. Come dice S. Paolo, è anche "spada dello Spirito" (Ef. 6,18) per cui, nella diuturna battaglia contro l'egoismo e le sue passioni, posso essere vittoriosa perché opera in me la potenza stessa del Tuo essere Signore del cielo e della terra. Gesù, dammi di confidare in te che operi non solo attraverso i Sacramenti ma anche con la spada vittoriosa della Tua Parola in atto contro il male: in me e attorno a me. La voce di un politico italiano La Bibbia è la carta di navigazione dei singoli e dei popoli. Lì c'è da dove vieni, dove sei e dove vai. Giorgio La Pira Sr Maria Pia Giudici FMA |