Omelia (08-12-2014)
fr. Massimo Rossi


Voilà, ecco qua, la storia della salvezza è giunta al gran finale, o, come lo chiama S. Paolo, la pienezza dei tempi.
Provo ad immaginare le sensazioni, il turbamento di questa ragazza, quando si rese conto che qualcosa stava cambiando in lei... forse anche Maria avrà avuto paura della voce di Dio che la chiamava, così come avevano avuto paura Adamo ed Eva nel paradiso terrestre.
Ma questa volta la paura non era il segno di un rimorso, di chi ha la coscienza sporca e (giustamente) teme la punizione divina: Maria non aveva alcuna colpa! ad essere precisi, quel bambino che le cresceva dentro non era neanche frutto del suo ‘sì'; l'Onnipotente aveva già deciso: quel bambino sarebbe nato da una vergine, senza alcun concorso umano.
Visto con gli occhi di Dio, (quel bambino) era un dono purissimo del Cielo, anticipava e spiazzava qualsiasi desiderio di maternità; in quel contesto culturale, non avere figli era una maledizione celeste. Certo che Maria avrebbe desiderato dei figli, come ogni altra giovane donna israelita. Ma non subito, non così! e soprattutto non senza il pegno d'amore del promesso sposo Giuseppe!
Malgrado lei, i tempi di Dio erano già maturi. Nostro malgrado, i piani e i tempi di Dio non coincidono mai coi nostri piani e coi nostri tempi! lo capiamo sempre a cose fatte che ‘quella' era ‘la cosa giusta al momento giusto'. E, tanto per aggiungere un po' di pepe, la gravidanza in questione poteva essere facilmente scoperta all'interno del clan di Maria.... meglio cambiare aria per un po'; infatti Maria esce di scena e vi ritornerà mesi dopo, quando verosimilmente le acque si saranno calmate e nessuno, forse, si ricorderà più di lei, dello strano trambusto familiare scatenatosi intorno a quella ragazzina dai modi gentili, che avrebbe fatto la felicità di tutti giovanotti di Nazareth e delle loro mamme... la nuora ideale! Perché, appunto, Maria era, Maria è senza peccato! tutte le virtù e nessun vizio!... INCREDIBILE!!
Oggi celebriamo appunto l'immacolata concezione di Maria: è forse il mistero, l'enigma più difficile da capire con il lume della fede e da accogliere come testimonio d'amore... Noi che nutriamo sempre un po' di diffidenza verso il prossimo, noi che facciamo fatica a pensare bene degli altri (buona fede), noi che non resistiamo alla tentazione di tagliare i panni addosso a quella cognata molesta, al vicino di casa chiassone e poco pulito, alla suocera ficcanaso, al prete noioso e moralista, al capoufficio rompiballe e schifosamente raccomandato...
Non riusciamo a capacitarci di come Maria abbia potuto vivere tutta la vita senza neppure un peccatuccio veniale!... Ma, neanche un atto di orgoglio? per esempio: quando i Re Magi arrivarono alla capanna e si prostrarono davanti al bambino per adorarlo... e aprirono i loro scrigni dove c'era ogni ben di Dio... neppure in quel momento, Maria si è sentita migliore delle altre? la prescelta? Essere Madre di Dio fa di te, pardon, di lei una donna unica al mondo... la vergine che tutte le profezie avevano annunciato... proprio lei, Maria!
Oggi che l'orgoglio, o, come lo chiamano gli americani il "pride", è diventato un indizio positivo di riscatto sociale, nessuno penserebbe male di Maria, per un po' di vanto... anzi, qualche piccola incrinatura, qualche lieve imperfezione nella sua purezza cristallina, la renderebbe meno irraggiungibile, più umana, cioè più donna, no? Del resto anche la S. Scrittura lo dice: "Una donna perfetta chi potrà trovarla?" (Pr 31)....
Tornando al più che legittimo orgoglio materno, se orgoglio ci fu, in Maria, fu per poco... Erode prima, farisei e romani dopo, l'avrebbero fatta pentire amaramente di essersi per un istante compiaciuta di quel figlio.
...Che poi, anche il figlio, con i suoi gesti eclatanti, con i suoi insegnamenti provocatori e controcorrente, fu per lei motivo di inquietudine e di angoscia, più che di gioia. Fin da quando aveva 12 anni, Gesù causò ai familiari non pochi grattacapi: prima l'episodio della perdita e ritrovamento nel tempio (tra i dottori) - "Perché mi cercavate? non sapevate che devo fare le cose del Padre mio?" (Lc 3,49) -, poi il miracolo di Cana - "Che ho da fare con te, o donna? non è ancora giunta la mia ora!" (Gv 2,4) -, poi, ancora, il garbato, ma deciso rifiuto di tornare a casa con la madre e i fratelli - "Chi è mia madre? Chi sono i miei fratelli?" (Mc 3,33).....
Eppure, recitando il rosario, noi ripetiamo cinquanta volte di seguito "benedetta tu fra le donne"... A questo proposito è doveroso ricordare che il Vangelo chiama benedetti, o beati, i perseguitati, gli afflitti, gli affamati... La novità del Vangelo comincia dal significato dato alle parole; abbiamo da poco celebrato la solennità di Cristo Re: lo sanno tutti che la corona di Cristo è di spine e non di diamanti; il mantello di porpora, simbolo della regalità, copre un corpo dilaniato dai 49 colpi di frusta...
Anche di Maria, colei che è veramente piena di grazia, benedetta fra tutte le donne, noi celebriamo i dolori: e forse, i dolori di Maria hanno ispirato ed edificato la pietà popolare, più che le gioie. Presso un famosissimo santuario italiano dedicato a Maria, si può ammirare una pregevole statua della Madonna, dal titolo: "Immacolata" sottotitolo: "trasformabile in Addolorata"...nel senso che, sotto il vestito ci sono sette fori ove infilano le sette spade; così una sola statua funziona per la solennità dell'Immacolata e per la processione dell'Addolorata. Ah, cosa non si fa per risparmiare!
Anche l'Apocalisse descrive colei che rappresenta simbolicamente Maria come "una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle" (12,1-2); "era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto.". Conosciamo la storia: un drago insidia la donna e il bambino che sta per nascere; il figlio appena partorito è subito rapito in cielo, mentre alla madre viene preparato un rifugio nel deserto.
Questo per dire che la beatitudine di Maria non coincide con le tante rappresentazioni zuccherose e devozionali le quali, a mio modesto parere, non rendono un buon servizio alla maestà della Madre di Dio.
Io spero e prego affinché queste riflessioni, per qualcuno, forse dissacranti e forsanche irriguardose, su Maria, ci aiutino a riscoprire la sua umanità e, nella sua umanità, la facciano sentire più vicina a tutti, specialmente a coloro che soffrono e attendono di essere visitati dal Signore; che li liberi, o quantomeno allevii le loro sofferenze. Così sia.