Omelia (25-12-2014)
padre Antonio Rungi
Corriamo verso la gioia

Noi uomini di questo tempo abbiamo bisogno di buone notizie, di notizie di vita e di gioia. Difficile trovarle nella quotidianità del nostro mondo e nei rapporti. Troppi fatti negativi, potrebbero deprimerci, scoraggiarsi, far serpeggiare nel nostro animo lo scoramento. Puntuale, ogni anno, il 25 dicembre arriva la solennità del Natale, la festa per eccellenza della gioia, della vita, del futuro, della famiglia, della pace, dell'armonia, della bontà e della tenerezza, di tutto ciò, in poche parole, è la vera buona notizia della storia che si rinnova ogni anno, partendo da quella grotta di Betlemme, dove risuona la prima volta il vero canto della gioia, perché lì nasce il Redentore. Il Natale, anche in questo nostro tempo super-tecnologico, riparte ogni volta dall'annuncio degli Angeli sulla grotta di Betlemme dove la santa famiglia, aspetta la visita di quanti vanno a vedere con i loro occhi la gloria di Dio che si è manifesta in Gesù bambino. Nel descrivere la nascita di Gesù, l'evangelista Luca mette in risalto i momenti salienti dell'avvenimento.

Il nucleo essenziale del Natale ed il suo messaggio che si rinnova ogni anno in questa solennità da 2014 anni è sta proprio qui. Non temete, ormai la gioia ha preso possesso di questo mondo, perché Dio si è fatto uomo ed è in mezzo a noi, è l'Emmanuele. La conseguenza di questa buona notizia è che ci sarà pace ed amore sulla terra per quanti accettano di vivere davvero il Natale di Gesù, Giuseppe e Maria e non il proprio egoistico natale del piacere e del divertimento, dell'odio e del risentimento, della guerra e della violenza, dell'ingiustizie e cattiverie. No! Il Natale che Gesù ci chiede di celebrare e vivere è un Natale contrassegnato dalla pace e dall'amore a livello generale e non a livello di poche persone. Tutta l'umanità deve essere investita dalla forza dell'amore e della pace, che ha origine nel Redentore.

Come i pastori dobbiamo correre ad incontrare la gioia del Signore. Non possiamo rimanere immobile nel cuore della notte, con i nostri pensieri, angosce, i nostri problemi, anche veri e reali, ma lontani dalla vera felicità che solo Dio ci può donare sempre. Correre verso la gioia non solo di Gesù, il Redentore, ma anche di Maria e di Giuseppe, perché anche loro possano guidarci, nel modo più giusto e sapiente, ad accogliere Gesù nel modo più giusto e positivo possibile. Non blocchiamo il processo di un cammino di elevazione spirituale che ci fa assaporare la gioia vera, ogni volta che facciamo un piccolo passo ed un progresso in ordine alla santità. E con il profeta Isaia, cantiamo la gioia dell'atteso Messia, scappando via dalle tenebre del peccato, della menzogna e della falsità. Questo è natale che sogniamo tutti da sempre, prima della venuta di Gesù e soprattutto dopo la sua nascita e la sua venuta su questa terra. Uomini e donne libere di fare la pace e fare il bene sempre, mai dimenticandosi che il bene deve sempre prevalere e il male deve essere sempre lottato e per quanto ci è possibile sconfitto dentro di noi e intorno a noi, con le armi dell'amore e della tenerezza. In Gesù Bambino, ci ricorda l'Apostolo Paolo nella sua lettera a Tito che "è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo". Il Natale chiede conversione e rinnovamento, distacco dalle cose mondane e ricerca della giustizia, della pietà, coltivando la vera speranza cristiana, senza la quale il Natale è solo un giorno di festa, che durante fino a Santo Stefano.

Sia questa la nostra preghiera nella notte più bella della storia dell'umanità e nel giorno più luminoso dell'intera creazione
Dio della gioia e della tenerezza
che vieni tra noi nella condizione
di un bambino, povero ed indifeso,
proteggi tutti i bambini della terra,
perché possano incontrare
solo il volto gioioso di madri e padri
che sanno amare,
con la stessa attenzione
di Giuseppe e Maria.

Nella grotta di Betlemme,
tua prima culla,
hai sperimentato il freddo e il gelo
di una natura che ti ha accolto,
rispettando i tempi e le stagioni,
che hai dato ad essa
creandola dal niente.

Nella grotta di Betlemme
hai sperimentato,
Gesù Bambino,
la tenerezza e la bontà
delle persone semplici,
ma anche degli intellettuali del tuo tempo,
venuti da vicino e da lontano
per adorarti e contemplarti.

Fa o Gesù Bambino,
gioia eterna dell'Altissimo,
che questa umanità,
segnata da tanti dolori e sofferenze,
sperimenti la gioia del tuo Natale,
con lo stesso entusiasmo
degli angeli che apparvero
nel momento della Tua nascita
su quella povera e misera grotta
di un paese sconosciuto
e senza futuro.

Dona o Signore,
Redentore dell'uomo
la vera gioia del cuore,
con la stessa tonalità e consistenza
che, Maria, Tua e nostra Madre,
ha sperimentato accogliendoti
nel suo grembo verginale.

Fa' che questo Natale 2014
segni un nuovo modo
di essere cristiani
e di vivere uniti in una grande
e sola famiglia
che inizia la sua esistenza
ai tuoi piedi Gesù Bambino.

Giuseppe e Maria,
i tuoi santi genitori terreni,
ci accompagnino
con uno stile di vita
in modo da potere celebrare
veramente questo Natale
dell'anno 2014, che volge al termine,
senza rimpianti e impedimenti,
ma con un rinnovato spirito
di servire e mai di essere servito,
come tu ci hai insegnato a fare,
con il tuo stile di vita povera
ed obbediente fino alla fine. Amen.