Omelia (25-12-2014)
Omelie.org (bambini)


Finalmente è arrivato il giorno tanto atteso, il giorno più entusiasmante dell'anno, finalmente possiamo dirci «buon Natale»!
Immagino che non ci sia altra festa che i bambini attendano con così tanta trepidazione, per la quale l'attesa è un vero e proprio prepararsi a qualcosa di speciale.
Ma che cosa è arrivato che ci fa tanto entusiasmare e fremere?
Babbo Natale? il regalo tanto atteso che, se sono stata brava, trovo sotto l'albero?!
Quando faccio questa domanda a scuola, alcuni bambini mi dicono che aspettano Babbo Natale o il gioco tanto desiderato e qualcun altro mi dice che nasce Gesù.
Eh già, proprio così, sebbene non viene subito alla mente, il Natale è questo: nasce Gesù, un bambino assai speciale che di speciale ha persino la nascita.
Negli ultimi giorni di scuola, mentre leggevo proprio il Vangelo di oggi ai miei alunni, ci siamo soffermati su questo evento assai speciale: di tanti posti che potevano esserci per scendere sulla terra, Dio è andato a scegliere una stalla. Questa cosa è assai strana per un Dio che gli angeli chiamano re, per il quale alcuni sapienti si spostano tempo prima sin dall' Oriente.
Così mi sono chiesta: che cosa vorrà dimostrare Dio con questa cosa assai «strana»?
Tornando a casa mi è venuta in mente la stalla, l'odore della paglia, degli animali (che non è certo uno dei migliori, anzi!), la scomodità di dormire sulla paglia che, se è quella che mangiano gli animali, punge anche un po'.
Un Dio, un re si attende con tappeti rossi, con poltrone comode, con un letto morbido, gli si offrono tutti i comfort, quantomeno gli si prepara un arrivo trionfale!
Allora? Certo, che Dio strano, un po' fuori dal comune; sembra quasi che non voglia farsi vedere in modo eclatante, che voglia arrivare in silenzio. Per non parlare dei pastori, ma vi sembra «normale» tutto questo?!
Volevo approfondire questi pensieri... poi mi sono ritrovata a lasciarmi prendere dai preparativi per le feste (regali, giri per negozi...)!
Ad un certo punto qualcosa dentro di me mi ha parlato, quasi come gli angeli che hanno svegliato i pastori dal sonno, con una voce tra il dormiveglia e il sogno, così dal più profondo ho sentito come una voce che mi diceva: «Ehilà, ma dove stai andando? ti stai perdendo il bello del Natale!».
Avete presente i pastori che si sono come svegliati da un sonno con una spinta ad andare a trovare un Dio speciale. Ecco che mi si sono aperti gli occhi, proprio come a loro: forse Dio non vuole dimostrare nulla se non il suo grande Amore, forse vuole dire che, invece di nascere in grande, si fa piccolo piccolo; che viene a riposare nelle zone più pungenti del nostro cuore, come la paglia; che resta anche lì dove non ci sentiamo belli (penso che dall'odore d una stalla uno vorrebbe scappare!).
Ecco, il mio cuore è come la stalla: povero, piccolo, scomodo ma a Dio non importa!
Ecco il bello del Natale: Dio si riposa e si adagia nella nostra piccolezza e nella nostra povertà.
Penso che, come i pastori, mi metterò davanti al presepe a guardare questo Dio assai speciale che ha scelto di venire da me, di essere accolto nei posti più «strani» del mio cuore.
I pastori hanno avuto la fortuna di vederlo dal vivo, io posso sentirlo presente ogni volta che gusto il Suo amore attraverso l'amore degli altri e le piccole cose.
Così anche fare e ricevere i regali ha un senso diverso.
Mettiamoci davanti al nostro piccolo presepe e facciamoci un po' paglia per accogliere Gesù, questo Dio piccolo piccolo a cui basta poco per entrare nella nostra stalla.
Buon Natale!
Commento a cura di Elisa Ferrini