Omelia (01-01-2015) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Madre di Dio e Madre Nostra Tantissimi titoli venerano la Vergine Maria e anche le nostre liturgie spesseggiano di celebrazioni in suo onore in diverse circostanze dell'anno. Ma il titolo più appropriato da attribuire a Maria in pieno tempo di Natale, nel quale contempliamo la nascita nella carne del Figlio di Dio, non può essere che quello di Madre di Dio. Maria è infatti Madre di Colui che, incarnandosi, diventa Figlio dell'Uomo e assume la nostra natura senza cessare di essere Dio. Natura umana e natura divina sussistono in un solo soggetto sostanziale senza confondersi e integrandosi a vicenda, sicché Maria può essere definita Madre del Dio Uomo, della stessa stessa sostanza del Padre quanto alla divinità e della stessa sostanza nostra quanto all'umanità. Già Elisabetta, vedendola arrivare e recando il nascituro Giovanni sul suo grembo, si mostra riverente nei suoi confronti: "A che debbo che la mare del mio Signore venga a me?"(Lc 1, 48). Di fatto Maria ha palesato continuamente la sua maternità divina anche oltre la gestazione verginale: in tutte le tappe della vita a Nazareth, nel suo ruolo di mamma, di educatrice, di formatrice e fautrice di sicurezza e di amore nei confronti del Figlio, ha sempre avuto consapevolezza di accudire il Dio Verbo incarnato che per sua libera scelta si sottoponeva alla pedagogia di due genitori terreni. E' sempre stata quindi animata dalla fede e dalla convinzione di vivere un'esperienza di maternità fuori dell'ordinario, una maternità che si coniugava con la missione e che rendeva la missione molto più spedita e sollecita. Come Madre di Gesù era molto attenta e premurosa riguardo al suo Figlio man mano che cresceva e si fortificava; come Madre di Dio era molto attenta e sollecita a che queste sue attenzioni si coniugassero con il credo nel Messia venuto nel mondo. Fra Maria e Gesù si realizza la comunione e la coesione fra l'essere Madre dell'una e l'essere Figlio dell'altro in una simbiosi espressiva fra maternità e figliolanza. Non possiamo non considerare a tal riguardo la grande importanza del ruolo della madre nella formazione di un fanciullo e di un adolescente, come sia indispensabile l'amore materno nella crescita di un bambino poiché esso è in effetti insostituibile: una balia o una educatrice esterna, per quanto competente e amorevole possa essere, non sarà mai all'altezza di comunicare al proprio figlio l'amore consono e adeguato. Quali drammi atroci e insostenibili poi per chi venisse a trovarsi senza l'affetto materno in tenera età! L'amore di un padre è indispensabile ma non è mai sufficiente perché l'uomo possa assumere piena sicurezza e sentirsi carico di affetto e di attenzioni. Occorre che vi sia sempre una figura materna femminile a colmare lacune nell'amore familiare e per questo motivo Dio ha disposto che la stessa sua Madre sia anche Madre nostra. Poiché infatti la finalità dell'incarnazione del Verbo era la nostra salvezza e di fatto Dio si è fatto uomo per ricondurci al Padre, Maria partecipa di quest'opera salvifica collaborando con il suo Figlio Divino alla redenzione dell'umanità e per questo motivo è anche Madre Nostra. Madre di Dio perché madre del Verbo incarnato allo scopo di apportare la nostra salvezza, Madre nostra perché lei non è passiva spettatrice in tutta questa opera divina per l'uomo, ma vi partecipa con interesse e determinazione, anche se la sua posizione è secondaria rispetto a quella del Signore. Siccome poi noi formiamo un solo Corpo Mistico con il Cristo che è il Capo, poiché Cristo è sempre vincolato a noi come la vite ai tralci e noi innestati a lui, Maria, Madre di Cristo è di conseguenza anche Madre delle sue membra, quindi Madre nostra. Una madre che veglia continuamente nella nostra vita e che adesso, all'inizio del nuovo anno, ci garantisce particolare intercessione in ciascuno dei giorni dell'anno che oggi ci si dischiude di fronte. |