Omelia (06-01-2015) |
fr. Massimo Rossi |
Nella S. Scrittura si racconta delle manifestazioni di Dio al suo popolo: alcune di queste epifanie sono molto famose: una tra tutte, mi viene in mente la scena del roveto che bruciava davanti a Mosè, senza consumarsi...e parlava pure, con la voce di Dio. Una epifania si compone sempre di una visione e di una voce che parla. Tornando al Vangelo di oggi, si potrebbe obbiettare che, nella scena del presepio - un uomo e una donna con il loro bambino - non c'è proprio niente di così inaudito; quanto poi alla voce, beh, in questo caso non parla proprio nessuno... In verità, l'effetto speciale, se così di può dire, della scena del Natale è costituito dalla stella che precede e conduce i Magi fino a Gesù: ciò che manca alla sapienza degli uomini, non manca invece nella misteriosa sapienza della natura; ciò che gli uomini tacciono, o perché non sanno, o perché negano di sapere, lo rivela la natura, la quale non sa mentire. San Paolo scrive ai cristiani di Roma che "dalla creazione del mondo in poi, le perfezioni invisibili di Dio possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da Lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità." (Rm 1, 20). Ci pensa la natura a portare a compimento, nel bene e nel male, ciò che l'uomo ha fatto di bene, o di male... Non intendo toccare in questa sede argomenti delicati e controversi, come l'ecologia, l'inquinamento, l'effetto serra, lo scioglimento dei ghiacci, le mutazioni climatiche,... - che cosa c'entrano con il presepio? -. Ciò che mi preme sottolineare è che la natura esprime a modo suo l'energia e la fecondità che il suo Creatore vi ha impresso; a noi la sfida a riconoscere in essa (natura) non solo il valore della vita, ma anche il segno di Colui che è la fonte stessa della vita, Dio. Non credo sia una forzatura, decifrare nel fenomeno della stella cometa una manifestazione della presenza di Dio, presenza feconda, presenza efficace. Questo non è solo un modo di dire, per esprimere la fede nella Provvidenza... Non si tratta di esortare ad avere fede in Dio, e a fidarsi della fede, oltre che dell'intelligenza e dei sensi. Con molta probabilità, i Magi, la fede non ce l'avevano, la fede come la intendiamo noi. Tuttavia furono in grado di riconoscere le indicazioni del cielo che misteriosamente li conduceva al Figlio di Dio. Non così, invece, le autorità religiose di Gerusalemme, i custodi della fede di Israele: costoro, al contrario dei Magi, conoscevano le profezie sul Messia, erano i professionisti della Parola di Dio, dottori in Sacra Scrittura, maestri in teologia... Eppure, a loro, la Parola di Dio non fu di alcun giovamento per discernere l'evento capitale dell'Incarnazione. Succede, nostro malgrado: potremmo conoscere le Scritture a menadito, note a piè di pagina comprese, potremmo aver letto tutti i manuali di esegesi di questo mondo, ma quelle parole rimarranno per noi lettera morta; nel migliore dei casi, un bagaglio di conoscenza intellettuale... Quei testi non porteranno alcun frutto, se, oltre all'intelletto, non vi avremo investito anche la fede, la speranza e la carità! In altre parole, questa pagina di Matteo non può essere capita e realizzata se non alla luce del capitolo 25 dello stesso Vangelo. Se volete sapere di che si parla nel cap.25, andatevelo a leggere... e fate presto! ne va della nostra vita, presente e futura, terrena ed eterna. Ho già rilevato che l'epifania raccontata oggi è un'epifania speciale, perché manca, apparentemente, il fatto straordinario, ma manca anche la voce! A pensarci bene, nel presente caso c'è qualcosa di più che la voce, c'è addirittura la Parola! parola in carne ed ossa - è proprio il caso di dirlo! -, parola incarnata nella persona di Gesù. È vero, questa parola non parla ancora, Gesù è un neonato e i neonati non si esprimono a parole; comunicano in modo diverso, ma comunicano! eccome, se comunicano!! Lo sanno bene i genitori: hanno imparato a decifrare il linguaggio non verbale dei figli neonati... ma anche dopo, quando i figli sono cresciuti...e non parlano ancora, o non parlano più: i genitori intuiscono dai silenzi di un figlio le inquietudini che affollano la sua mente e angustiano il (suo) cuore. Dovremmo tutti imparare a decifrare i messaggi non verbali che la natura invia fin dai suoi albori...e i messaggi non verbali degli uomini...anche quelli delle donne. Quando i farisei e i sadducei chiesero a Gesù di mostrar loro un segno dal cielo, Gesù rispose: "Quando si fa sera, voi dite: Bel tempo, perché il cielo rosseggia; e al mattino: Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo. Sapete dunque interpretare l'aspetto del cielo e non sapete distinguere i segni dei tempi? Una generazione perversa e adultera cerca un segno, ma non le sarà dato se non il segno di Giona. E lasciatili, se ne andò." (Mt 16,1-4). Ebbene, sembra proprio che i Magi avessero capito, non solo il segno della stella, ma anche il segno del bambino, quel messaggio inespresso, ma altrettanto reale ed eloquente, (messaggio) di pace, di salvezza e anche di conversione. Che i Magi abbiano intuito il valore e la necessità di convertirsi, di cambiare vita, lo testimonia il fatto che fecero, sì, ritorno al loro paese, ma per un'altra strada: non è solo un dettaglio geografico; al contrario, possiede un valore teologico decisivo: incontrare Gesù significa voltare pagina! tutto ciò che era prima, convinzioni, atteggiamenti, tradizioni... tutto di noi deve portare il segno della conversione alla fede cristiana. E se qualcosa non è secondo la fede, la ostacola, o, peggio, la smentisce, deve essere abbandonato, archiviato per sempre. La nostra vita rimarrà in apparenza la stessa di prima; del resto, lo abbiamo sentito, i Magi ritornarono a casa. Ma potrebbe anche darsi che la (nostra) vita non sarà più quella di prima... Chissà? |