Omelia (11-01-2015) |
padre Antonio Rungi |
Da un'Epifania all'altra Farsi conoscere dall'uomo, farsi accettare da lui, entrare in comunione con lui, rivelarsi, dire tutto di se stesso per non lasciare nel dubbio e nell'incertezza l'umanità. Così Dio ha sempre operato in preparazione alla venuta del suo Figlio. Così in un modo del tutto singolare opera ed agisce nei confronti dell'umanità perché accolgano il Verbo Incarnato, il suo Figlio, inviato nel mondo per la salvezza del mondo. A pochi giorni dalla solennità dell'Epifania, ci troviamo a celebrare con il battesimo di Gesù un'altra epifania, un'altra manifestazione di Gesù Cristo quale figlio prediletto ed unigenito del Padre, in cui Dio si compiace pienamente. Se nella liturgia il salto temporale è di pochi giorni, nella vita di Gesù il salto è molto lungo e distanziato nel tempo, in quanto parliamo dell'inizio del ministero pubblico di Gesù Cristo, intorno ai 30 anni di vita. Il battesimo ricevuto dalle mani del suo precursore, Giovanni il Battista, nel fiume Giordano, un battesimo di penitenza, si colloca infatti intorno ai 30 anni di Gesù Cristo. Il racconto di questo avvenimento è fatto dall'evangelista Marco con poche e sobrie espressioni per indicare in Gesù Cristo l'atteso Messia delle Genti. Giovanni battezza in acqua, Cristo battezzerà nello Spirito santo. E' evidente la differenza sostanziale tra il battesimo giovanneo e quello che celebrerà Cristo con la sua Pasqua di morte e risurrezione. Tanto è vero lo Spirito santo si posa su Gesù, in forma di colomba, mentre una voce dal cielo do presenta ufficialmente al mondo e lo rivela nella sua autentica identità e missione: Gesù è il Figlio mio, l'amato: in lui Dio Padre ha posto il mio compiacimento. L'ufficializzazione è fatto, ora si tratta di camminare in questa identità nella sua missione. E infatti con il battesimo di Gesù che inizia concretamente l'opera evangelizzatrice del Maestro-Messia. Nella preghiera iniziale della santa messa di oggi preghiamo con queste parole, che sono la sintesi della celebrazione liturgia e del mistero della luce che ricordiamo nel Battesimo di Gesù: Padre d'immensa gloria, tu hai consacrato con potenza di Spirito Santo il tuo Verbo fatto uomo, e lo hai stabilito luce del mondo e alleanza di pace per tutti i popoli; concedi a noi che oggi celebriamo il mistero del suo battesimo nel Giordano, di vivere come fedeli imitatori del tuo Figlio prediletto, in cui il tuo amore si compiace. Nella Lettera apostolica "Rosarium Virginis Mariae" di San Giovanni Paolo II, Papa, nell'introdurre i nuovi cinque misteri della luce, Papa scrive testualmente: "Passando dall'infanzia e dalla vita di Nazareth alla vita pubblica di Gesù, la contemplazione ci porta su quei misteri che si possono chiamare, a titolo speciale, 'misteri della luce'. In realtà, è tutto il mistero di Cristo che è luce. Egli è «la luce del mondo» (Gv 8, 12). Ma questa dimensione emerge particolarmente negli anni della vita pubblica, quando Egli annuncia il vangelo del Regno....È mistero di luce innanzitutto il Battesimo al Giordano. Qui, mentre il Cristo scende, quale innocente che si fa 'peccato' per noi (cfr 2Cor 5, 21), nell'acqua del fiume, il cielo si apre e la voce del Padre lo proclama Figlio diletto (cfr Mt 3, 17 e par), mentre lo Spirito scende su di Lui per investirlo della missione che lo attende. Possiamo dire che in questo mistero della vita di Gesù si coniugano perfettamente rivelazione e missione. La sua identità e il suo essere inviato per portare a compimento la salvezza del genere umano. A noi il compito di accettarlo, di professare la nostra fede in Lui, di aderire alla sua persona, di ascoltare e mettere in pratica la sua parola. In altri termini, si tratta di vivere il nostro battesimo e non solo tenerlo custodito, improduttivamente, nel cassetto della nostra esistenza svuotata dalla pratica religiosa e dalla testimonianza della vita. San Giovanni Apostolo nel brano della sua prima lettera ci ricorda che con la fede vinciamo le tenebre dell'errore e del peccato e ci apriamo ad in dialogo sincero con il Redentore. Facciamo fruttificare in noi la parola di Dio, accogliamola e rendiamo feconda la terra del nostro cuore e della nostra mente, perché possiamo davvero rinnovarci nel Signore, come ci ricorda il brano della prima lettura di questa giornata, tratto dal profeta Isaia: "Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona". Come nel battesimo di Gesù "si aprirono i cieli, e come colomba lo Spirito di Dio si fermò su di lui, e la voce del Padre disse: "Questo è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto". (cf. Mt 3,16-17), così nel rivivere il nostro battesimo, facciamo sì che lo Spirito Santo apra il cielo della nostra mente e della nostra anima, perché la santissima Trinità si possa compiacere di Dio, essendo noi figli di Dio e lo siamo realmente, proprio mediante quel sacramento del battesimo che spesso abbiamo dimenticato nel cassetto e non lo viviamo nella nostra vita quotidiana, attratti come siamo da altre voci che non sono quello dello Spirito Santo, ma dello spirito del male. Nelle promesse battesimali abbiamo fatto tre precise rinunce: al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio; alle seduzioni del male, per non lasciarci dominare dal peccato; a satana, origine e causa di ogni peccato. Parimenti ci siamo impegnati a professare la fede con tre blocchi di verità: di credere in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; di credere in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre; di credere nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna. Ecco la festa del battesimo di Gesù è un invito molto preciso a riscoprire e a vivere il nostro battesimo a partire dal ricordarci del giorno in cui siamo stati battezzati, come ripetutamente ci chiede di fare Papa Francesco, perché in quel giorno è cambiato tutta la nostra vita, in quanto è stata consacrata totalmente a Cristo, Re, Sacerdote e Profeta. |