Commento su Mt 2, 1-2
"Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo»."
Mt 2, 1-2
Come vivere questa Parola?
Oggi è la festa del desiderio e della ricerca; la festa della fede, come amava chiamarla il Card. Montini, il Beato Paolo VI.
«È una responsabilità, quella della fede, che si esprime anzitutto nella "ricerca di Cristo, di Dio, della verità": i Magi cercano una soluzione convergente del loro pensiero con il fatto storico e reale della nascita del Messia; cercano vegliando e studiando i cieli, desumono cioè anche dalla osservazione della natura e dalla scienza umana il segno indicatore; cercano impegnando il loro tempo e sacrificando la loro tranquillità;... cercano e trovano nella gioia e nell'umiltà; cercano e trovano per adorare e per dare, felici di offrire e di scomparire» (Omelia durante il pontificale dell'Epifania, 6 gennaio 1957, in DSM, p. 1146).
I Magi ci dicono «che Dio bisogna cercarlo: l'ignoranza, l'inerzia, l'indifferenza, l'agnosticismo, il dubbio sistematico, la noia raffinata, lo spiritualismo pago delle sue interiori esperienze, la riduzione del sapere alla sola conoscenza del dato sensibile e di evidenza razionale, e tante altre espressioni della areligiosità moderna sono accusate dai Magi come abdicazione del pensiero umano al suo fine principale, al dovere primo della vita: conoscere Dio» (ivi, in DSM, pp. 1146-1147).
Signore Gesù, donaci il desiderio di cercarti, la capacità di conoscerti e l'umiltà per adorarti.
La voce di un santo dottore della Chiesa
I Magi del Vangelo: uomini dell'onestà intellettuale! Nella ricerca della verità hanno trovato e riconosciuto la Verità e non hanno avuto vergogna a rimettere l'uomo nella sua posizione più vera: in ginocchio davanti al suo Creatore e Signore!
Con questi Magi «cerchiamo dunque con la fiducia di trovare e, una volta trovato, manteniamo il desiderio di cercare: perché quando l'uomo sia arrivato alla fine, allora è l'inizio.
Agostino, De Trinitate IX, 1
Sr Gianoli Monica.