Commento su 1Gv 5,1-9
Collocazione del brano
Questo è il brano finale della prima lettera di san Giovanni, il cui argomento principale è la comunione con Dio, condizione fondamentale per accedere alla vita eterna. Nella lettera l'autore si sofferma molto sul modo in cui questa comunione con Dio si manifesti e come sia possibile rimanervi per sempre. Come tutti i brani finali, questo che leggiamo oggi è un po' riassuntivo e sottolinea le caratteristiche di colui che ama Dio ed è in comunione con Lui. E' stato scelto per questa festa del battesimo di Gesù Cristo poiché parla della sua venuta con acqua, sangue e Spirito, tre elementi che ritornano nel racconto del battesimo e nell'esperienza di donazione di Cristo stesso.
Lectio
Carissimi, 1chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato.
Grazie alla fede in Gesù quale Cristo cioè il messia promesso da Dio, figlio di Dio, l'uomo diviene figlio di Dio a sua volta. In virtù di questa adozione risulta essere un fratello nei confronti di tutti coloro che amano Dio, perché non si può pretendere di amare Dio senza amare coloro di cui egli è Padre.
2In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti.
Quindi possiamo dire di amare veramente i fratelli se amiamo Dio e osserviamo i comandamenti. Vi è un'unità stretta tra la dimensione orizzontale (verso i fratelli) e quella verticale (verso Dio) dell'amore.
3In questo infatti consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.
L'osservare i comandamenti di Dio è dunque un segno distintivo del vero credente. I fedeli di Giovanni devono crescere in questa osservanza, in questa operosità della loro fede. Egli li rassicura ricordando loro che i comandamenti di Dio non sono troppo pesanti da osservare.
4Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.
Qui per mondo si intendono i falsi profeti che avevano diffuso dottrine erronee facendo sviare alcuni dei cristiani della comunità a cui è rivolta questa lettera. In virtù della loro fede essi hanno potuto vincere i falsi profeti e le loro false dottrine.
5E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?
Questa vittoria è assicurata a quanti credono che Gesù non solo è messia (v. 1) ma che lo riconoscono come Figlio di Dio, quindi capace di donare la salvezza.
6Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l'acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue.
L'acqua ricorda il battesimo di Gesù e il sangue la sua morte sulla croce. Oppure essi rievocherebbero l'acqua e il sangue sgorgati dal costato di Gesù a seguito del colpo di lancia del soldato (Gv 19,34). Essi sono anche segno dei sacramenti della Chiesa.
Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità.
Riguardo alla testimonianza interiore dello Spirito, essa consiste nel manifestare al credente la portata salvifica, la verità dei fatti qui evocati e condurlo alla conoscenza di Gesù Cristo. Lo Spirito è la verità perché noi sappiamo che da lui è resa presente e attiva nella Chiesa la verità portata da Gesù.
7Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: 8lo Spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono concordi.
Gesù è venuto con sangue e acqua nel passato. Ora il sangue, l'acqua e lo Spirito danno una testimonianza permanente nella vita della Chiesa. Li si interpreta generalmente come il simbolo del battesimo (acqua) e dell'Eucaristia (sangue). Nel diritto ebreo erano necessari due testimoni perché la loro deposizione fosse ritenuta valida. Qui ne abbiamo addirittura tre, che convergono in un'unica testimonianza.
9Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio.
La nostra fede ha delle basi indistruttibili. Non solo si fonda sulla testimonianza degli uomini e delle donne che ci hanno trasmesso la fede e l'hanno vissuta fino in fondo. Essa si basa su una testimonianza di Dio, che è ancora superiore. Dio Padre ha testimoniato riguardo il suo Figlio. Questa testimonianza potrebbe essere quella della risurrezione, però ne abbiamo diversi esempi all'interno del Vangelo, in cui Dio Padre dichiara Gesù il suo figlio amato. Una di queste dichiarazioni è quella che è avvenuta al Giordano dopo il battesimo e di cui ci parla anche il Vangelo di Marco che leggiamo in questa domenica.
Meditiamo
- Mi sento fratello di tutti coloro che credono in Dio o questa mia fede mi sembra un fatto personale?
- In quale misura osservo i comandamenti?
- Quale valore do alla testimonianza di fede delle altre persone?
- Come è la mia partecipazione alla vita della Chiesa locale?