Commento su Mc 5, 21, 28-30; 33-34
«Diceva infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata. E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi accorto della forza che era uscita da lui, si voltò dicendo: "Chi ha toccato le mie vesti?"... E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità, Ed egli le disse: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male"»
Mc 5, 21, 28-30; 33-34
Come vivere questa Parola?
I due miracoli compiuti da Gesù, riportati nel vangelo odierno, sono intrecciati l'uno nell'altro in un unico groviglio, perché hanno alla loro base la fede, come unico fondamento necessario che li accomuna. Mi fermo per brevità solo sul primo di essi.
Mentre Gesù è in cammino verso la casa di Giairo per guarirne la figlioletta, tra la folla che lo preme da ogni parte, ecco una donna sconosciuta, inferma da lunghi anni per la perdita di sangue. Essa brama solamente di toccare le sue vesti, perché è certa che quel tocco nascosto e furtivo era sufficiente a farla guarire. Non occorreva che Gesù lo venisse a sapere. Si vergognava a parlare della sua malattia infamante, che la bollava come ‘impura' e che la costringeva a vivere come una reclusa, ai margini della società. Pertanto bastava, secondo lei, un miracolo alla svelta, quasi un ‘colpo di mano' e all'insaputa di tutti. Ma Gesù avverte subito che una forza era uscita dal suo corpo: era successo senza che gli lo sapesse, quasi suo malgrado. Il Maestro è stato ‘sopraffatto' da quella donna sconosciuta, che gli ha quasi forzato irresistibilmente la mano con la sua fede. Ma Gesù ora vuole almeno conoscere colei che, in certo senso, l'ha ‘vinto': è, infatti, la sua fede che ha fatto scattare il miracolo: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male".
Gesù non resiste a questi ‘colpi di mano' e ama essere ‘sopraffatto' dalla vera fede!
Annoto, infine, come appena accennato più sopra, che Gesù dona a questa donna non soltanto la guarigione del corpo, ma anche la sua libertà e dignità umana, che le era stata tolta dalla malattia propria del suo ‘genere' e che la costringeva, suo malgrado, a un'umiliante emarginazione.
O Signore fa' che anch'io possa "toccarti" con la mia fede e possa essere guarito dal mio male.
La voce del grande S. Agostino
«Ebbene, quel toccare rappresenta la fede (Ille tactus fidem significat). Tocca Cristo chi crede in Cristo. Così fu di quella donna che soffriva di perdita di sangue. Diceva infatti: "Se toccherò il lembo del suo vestito sarò salva". Lo toccò con la fede e ottenne la guarigione che sperava... Come se volesse dire (Gesù): "La folla mi si accalca intorno, ma solo la fede mi tocca"».
Agostino: serm. 243, 2-3
PS. I più fervidi Auguri a tutti i cari amici di San Biagio, oggi, festa del Santo Patrono!
Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it