Omelia (08-02-2015)
Omelie.org (bambini)


Eccoci di nuovo insieme per accompagnare Gesù nelle sue "nuove giornate" tra la gente della sua terra, la Palestina.
Abbiamo visto come Gesù pian piano prende consapevolezza della sua missione, del compito che il Padre gli ha dato come impegno nella sua vita sulla terra: far conoscere il grande Amore di Dio per poter rendere più leggero e felice il cuore delle persone.
Gesù si mette in cammino e, per non lasciare che i suoi gesti e le sue parole restino lì con il rischio di non portare tanto frutto, sceglie alcune persone (dodici uomini in particolare) tra la gente semplice della Palestina.
Con loro inizia a viaggiare, a conoscere gente, a parlare di Dio... e soprattutto a mostrare con gesti concreti quello che Dio porta nel cuore per ogni uomo.
Come lo fa? Lo volete sapere? In realtà molti di voi lo sapranno già o ne avranno sentito parlare. Avranno avuto modo di conoscere alcuni dei gesti speciali che Gesù ha compiuto per "intrufolarsi" nel cuore degli uomini.
Aveva tanta inventiva Gesù, si faceva ispirare da Dio e in accordo con Lui poi ne combinava sempre di cose "strane".
Eh già, possiamo dire che questo Dio è davvero "fuori dal comune", d'altra parte è Dio, direte voi. Avete ragione, ma nell'immaginario comune, prima di Gesù, nessun Dio era mai sceso sulla terra e nessuno più lo ha fatto. Ditemi se non è una cosa straordinaria e anche un po' bizzarra...?! Ma ormai ci stiamo anche un po' abituando a questo modo di operare di Dio diverso ma entusiasmante, perché tanto più vicino agli uomini.
Oggi incontriamo Gesù proprio tra gli uomini. In questa domenica camminiamo con Lui per le strade di Cafarnao (sembra che trascorresse molto tempo in quel villaggio nella prima fase della sua attività); e precisamente mentre con i suoi amici, i primi apostoli, esce dalla sinagoga: in quel momento viene a sapere una cosa sconvolgente: la suocera di Pietro ha la febbre.
Capirai, direte voi, in classe mia in questi giorni eravamo la metà a causa dell'influenza! Non sarà grave una febbre...
Invece, cari ragazzi, bisogna capire quello che poteva essere una febbre al tempo di Gesù e soprattutto cosa volesse dire essere ammalato nella loro "cultura" .
Ora dobbiamo cercare di capire che, quella che per noi è una piccola alterazione o qualche linea passeggera, a quell'epoca poteva essere fatale per chi se la prendeva. Poteva essere un'infezione o una malattia non semplice da curare, si poteva rischiare di morire per una febbre!
Non finisce qui, oltre questo bisogna tener presente che chi era ammalato era almeno sospettato di essere un peccatore, qualcuno che l'aveva fatta grossa e si meritava una "punizione" da parte di Dio.
Attraverso la vita e l'insegnamento di Gesù noi possiamo capire che Dio in realtà non punisce e tanto meno si diverte a mandare malattie a qualcuno. Certo, delle volte ci facciamo delle domande sul perché delle sofferenze o delle malattie, perché "proprio a lui/lei"...
Anche se noi non sappiamo dare risposte, e ancora non riusciamo a trovare risposte alla sofferenza e alla malattia, questo brano può aiutarci a mettere a fuoco cosa vuol dire il gesto di Gesù.
Se la malattia era considerata una punizione o un castigo al peccato e Gesù guarisce la suocera di Pietro e con lei altre persone, sta dicendo che l'Amore di Dio salva e solleva dal dolore.
Alla fine, se ci pensiamo bene, quando riconosciamo e capiamo di aver sbagliato qualcosa (magari con mamma, papà, fratelli o amichetti...), non stiamo proprio bene e ci sotterreremmo o nasconderemmo dalla vergogna.
Bèh, alla fine Gesù ci dice (e a quanto pare non si stanca di ripetercelo) che Lui c'è, è pronto ad arrivare e a sollevarci proprio in questi momenti, proprio quando siamo sfiniti e non sappiamo dove andremo a finire se continuiamo così.
La cosa in più, e ancora più bella in questo Vangelo, viene dal fatto che la suocera di Pietro non va di persona da Gesù ma vanno i suoi cari ad avvisare il Maestro. Questo ci consola ulteriormente perché ci conforta sapere che possono esserci amici e persone care che si muovono per noi, magari con una preghiera, magari credendo per noi nel momento in cui noi ci sentiamo più piccoli e deboli, senza energie... Insomma il Signore si serve proprio di tutte le risorse e gli strumenti più belli per poterci risollevare.
E Lui, cosa fa dopo tanta fatica e dopo aver mostrato quanta grandezza e amore ci sono nel cuore di Dio per noi!? Se va da solo a pregare suo Padre, per ricordarci che ogni azione e ogni gesto fatto col cuore, hanno Lui come Creatore e a Lui va il ringraziamento per averlo reso capace di portare così tanto.
Ovviamente in tutto questo "straordinario nell'ordinario" Gesù diventa super gettonato e a Lui si rivolgono anche dai paesi vicini. E' proprio in quel momento che Gesù decide di andare altrove, di portare questi gesti e le sue parole a persone che ne hanno bisogno, a chi attende tanta grazia e bellezza.
Ecco che con i suoi amici e testimoni, se ne va lasciando il segno e l'esempio nella terra di Cafarnao, così che anche loro possano imparare ad amare e a perdonare.
In questa settimana potremmo provare a ricordarci che Gesù è con noi, pronto ad amare e perdonare le nostre fragilità e, prendendo spunto da questo, cerchiamo di educare il nostro cuore ad essere pian piano sempre più accogliente e generoso di amore verso gli altri... magari delle volte facendoci noi portatori di speranza e di fede, come gli amici della suocera di Pietro.
Buona domenica!
Commento a cura di Elisa Ferrini