Commento su Gen. 4, 8-9
"Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. 9Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?".
Gen. 4, 8-9
Come vivere questa Parola?
La pericope che qui prendiamo in considerazione ha un antefatto importante: quello che mette a fuoco il turbamento di Caino, dominato da forte invidia.
Caino è un uomo come tanti, vorrei dire come tutti. A un certo punto, nel suo vissuto, si manifesta una grande irritazione. Il motivo? Dio ha apprezzato l'offerta di Abele che ha tutti i connotati della semplicità e purezza di cuore dell'offerente. Non ha invece gradito un'offerta realizzata per ‘scrollarsi' un dovere nei confronti del Signore piuttosto che per esprimergli riconoscenza e amore.
Ecco, quel che questa pagina sprigiona è un forte richiamo alla conoscenza di noi, di quello - soprattutto- che si scatena in noi come ripulsa di altri.
I motivi possono essere i più diversi, ma se vogliamo essere sinceri con noi stessi, dobbiamo scoprire bene la radice umana da cui nasce il rifiuto, un rifiuto tale che - a volte - può arrivare a tingersi di sangue.
Vedremo che la radice è l'egoismo: quel voler avere una preminenza, un riconoscimento e non sopportare che la fama, l'apprezzamento, il valore di altri ‘brillino' più che i miei. "Verso di te è l'istinto - dice Dio a Caino - ma tu dominalo" (v. 5).
Signore, ho bisogno di TE! Ho bisogno che Tu illumini anche i ‘nodi neri' del mio cuore e ancor più mi occorre ottenere da Te la grazia per dominare e vincere tutto quello che, nocivo all'amore, è nocivo alla vita.
La voce di un pastore protestante indefesso sostenitore dell'uomo
L'uomo deve elaborare per ogni conflitto umano un metodo che rifiuti la vendetta, l'aggressione, la rappresaglia. Il fondamento di un tale metodo è l'amore.
Martin Luther King
Sr Maria Pia Giudici - sanbiagi@casadipreghiera.191.it