Commento su 1Cor 10,31-11,1
Collocazione del brano
Termina con questa domenica la lettura della seconda parte della prima lettera ai Corinti. La terza parte ci aspetta l'anno prossimo, di nuovo nelle prime domeniche del tempo ordinario. Nei capitolo 8-10 ha affrontato il tema della carne sacrificata agli idoli e che poi si vendeva sul mercato. I cristiani più "emancipati" l'acquistavano e la mangiavano senza farsi problemi, ma i fratelli più piccoli nella fede, vedendo questa disinvoltura ne erano scandalizzati. Paolo approva l'atteggiamento di chi mangiava questa carne, ma li invita a non farlo pur di non far vacillare la fede dei loro fratelli. Termina la propria argomentazione con il brano che leggiamo oggi: tutta la condotta del cristiano deve essere un imitazione di Paolo e di Cristo, una continua predicazione del Vangelo.
Lectio
31Dunque, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.
Paolo dopo aver dato alcune indicazioni di tipo pratico legate alla situazione contingente, allarga il
campo dando dei principi generali, che possono essere applicati in ogni frangente: tutto va fatto per la gloria di Dio. Non c'è una norma fissa. Si può mangiare, si può digiunare, si può fare di tutto. L'importante che attraverso di ciò si dia una buona testimonianza dell'amore di Dio, così che gli altri lo possano conoscere e seguirlo nella fede.
32Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio;
Così Paolo esorta a non essere motivo di scandalo, cioè di non dare una contro testimonianza.
Questa testimonianza onesta era necessaria nei confronti di tre principali gruppi di persone: i giudei, i greci e i fratelli della Chiesa. La necessità di dare una buona testimonianza nei confronti dei greci, cioè dei pagani, si comprende subito, poiché il cristianesimo si poneva come una nuova religione e anche come una buona condotta di vita. Ma la testimonianza si rendeva necessaria anche verso i giudei, nei confronti dei quali il cristianesimo ha delle posizioni di aperta rottura che non si possono sanare (pensiamo ad esempio a tutte le norme di purezza per il culto, alla netta separazione dai credenti di altre religioni). La testimonianza che sorprende di più è quella nei confronti della Chiesa di Dio. All'interno della comunità erano confluite persone di diversa estrazione sociale, diversa cultura e maturità umana. Di tutte queste realtà è necessario tenere conto, nel rispetto e nell'aiuto vicendevole. La comunità di Corinto che aveva al suo interno diverse conventicole, con diverse interpretazioni del vivere cristiano, rischiava di perdere i suoi elementi più deboli.
33così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
Questo è lo stile con cui Paolo stesso si comporta. Egli cerca di piacere a tutti in tutto. Non si tratta certo di vana compiacenza, di amore del quieto vivere. Sappiamo bene come Paolo abbia denunciato e combattutto con forza atteggiamenti di compromesso e di ipocrisia mantenuti dagli stessi predicatori del Vangelo. Qui l'accento è posto sul fatto che Paolo abbia cercato di venire incontro alla cultura, ai limiti e alle difficoltà dei propri uditori, in modo da creare uno spazio di dialogo e di confronto nel quale trasmettere il messaggio del Vangelo. Egli si pone in ascolto per primo per portare i propri interlocutori alla salvezza.
11. 1 Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
Questo è il suo programma. Questo è ciò che chiede ai suoi fedeli di Corinto, a quelli che erano abbastanza intelligenti e preparati per farsi carico della salvezza dei fratelli più deboli. Questo è ciò che viene chiesto anche a noi al giorno d'oggi.
Meditiamo
- Ci sono degli aspetti della mia vita che ritengo estranei alla mia fede (il mangiare, il bere, il denaro...)?
- In quale modo posso vivere il mio quotidiano dando gloria a Dio?
- C'è qualcuno che ha dato scandalo alla mia fede con il suo atteggiamento ipocrita o troppo disinvolto nei confronti di qualche aspetto che io prendo invece molto più sul serio?