Omelia (08-02-2015)
Monastero Domenicano Matris Domini
Commento su Mc 1,29-39

Collocazione del brano

Si conclude con questo brano la giornata di Gesù che Marco ha iniziato al versetto 1,16, chiudendo la descrizione dell'azione potente e della predicazione di Gesù, visti come un tutto. Il piccolo sommario costituito dal versetto 39 ce lo una conferma.

Appaiono nel testo altri nuovi temi tipici dell'evangelista: la casa e l'incomprensione dei discepoli.

Il brano si divide in tre episodi: 29-31 guarigione della suocera di Simone; 32-34 sommario con guarigioni; 35-39 preghiera di Gesù e partenza da Cafarnao.


Lectio

In quel tempo, Gesù, 29uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni.

Tutto il brano è composto da brevi frasi collegate tra loro dal kai greco (e); l'evangelista stabilisce un collegamento con l'episodio precedente annotando che Gesù e coloro che lo accompagnano, hanno lasciato la sinagoga; essi entrano ora nella casa di Simone. I discepoli sono gli stessi citati ai versetti 16-20 così che si ha l'impressione che il testo abbia in origine seguito da vicino l'episodio della loro chiamata. Il riferimento alla casa ha comunque un sapore ecclesiale: in Marco la casa è il luogo in cui Gesù parla ai discepoli. Inoltre la chiesa primitiva aveva nelle case il luogo dell'incontro liturgico e della catechesi.


30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei.

Si pensa che Simone, originario di Betsaida (cfr. Gv 1,44), si fosse stabilito dopo il matrimonio nella casa della suocera a Cafarnao; entrati in casa i discepoli mettono al corrente Gesù della situazione della donna. Il verbo utilizzato per indicare lo stato della malata katakeimai (usato raramente, in Mc anche in 2,7) indica una malattia grave; la stessa idea è suggerita dal fatto che essa avesse la febbre (cfr. Gv 4,52).


31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.

Gesù non parla, ma agisce: si avvicina, le prende la mano e la fa alzare (uso del vero della resurrezione egheiro), guarisce per forza propria, senza neppure l'uso di una preghiera.
L'immediato recupero della salute è indicato dal fatto che essa si mise a servirli (tutti i presenti); abbiamo qui l'unico caso nei vangeli di un miracolo in ambito familiare, privato per così dire, il cui ricordo è forse legato alla figura di Pietro.


32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta.

Terminato il giorno di sabato, gli abitanti di Cafarnao vengono alla casa di Simone. L'indicazione temporale è tipica di Marco e collega i vari avvenimenti in un'ideale giornata che per l'evangelista acquisita un valore particolare per indicare chi è e cosa fa Gesù.

Il v. 33 è nello stile di Marco, come l'utilizzo di diversi termini nei vv. 32-34 (città, aarie malattie, curare e naturalmente il divieto di parlare per i demoni, vedi pericope precedente).

La notizia della guarigione nella sinagoga provoca l'arrivo di tutti i malati.


34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

E' importante notare che se tutti i malati vengono a Gesù egli ne guarisce molti. Se nell'azione potente di Gesù si manifesta la basileia di Dio non è però sufficiente andare da lui per ricevere la guarigione, né tantomeno per capire chi è e la rivelazione che egli porta.

Il piccolo sommario costruito da Marco ripresenta sinteticamente le guarigioni appena narrate (la suocera di Pietro e l'indemoniato della sinagoga) ed è schematico e generico. Forse rispecchia anche la situazione in cui si vennero a trovare i discepoli nella loro predicazione dopo la resurrezione di Gesù.


35Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava.

Il terzo brano del testo che stiamo esaminando ci presenta Gesù in preghiera, un aspetto importante e non ancora messo in luce. Anche qui l'evangelista usa un'indicazione temporale duplice e indica un luogo particolare.

La preghiera di Gesù, sembra suggerire Marco, è strettamente legata alla predicazione.


36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!».

L'azione dei discepoli, indicata con un verbo che ha una connotazione negativa, e la loro richiesta mettono in luce la loro incomprensione della missione di Gesù da una parte e dall'altra delle motivazioni non proprio chiare. Questo tema verrà ripreso da Marco ed è un elemento che ci fa riflettere anche sul nostro modo di comprendere il Signore Gesù e il suo vangelo.


38Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».

E' Gesù ha spiegare qual è la sua missione: la predicazione (cfr. 1,14-15) che non può limitarsi ad un solo luogo. La portata dal verbo uscire usato nel testo, è discussa, certo significa più che lasciare la città di Cafarnao, ma non sembra giungere al significato trinitario (la processione del Verbo dal Padre).


39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Siamo così giunti al versetto finale di questa sezione. Una breve sommario in cui riappare la Galilea, come orizzonte dell'azione di Gesù, e la sua predicazione. Interessante la precisazione nelle loro sinagoghe che ha sicuramente un riferimento alla situazione della prima comunità cristiana più che a Gesù stesso. Sarà infatti l'attività missionaria della prima generazione ad avere la sinagoga come punto di partenza (cfr. Atti)


Meditiamo

- Hai mai fatto l'esperienza di essere guarito/liberato da un male e di esserti messo a servire gli altri?

- Perché il Signore guarisce molti ma non tutti?

- Secondo te, per quale motivo Gesù sente il bisogno di alzarsi presto per pregare?


Preghiamo

(Orazione della 5a domenica del Tempo ordinario)

O Dio, che nel tuo amore di padre ti accosti alla sofferenza di tutti gli ponimi e li unisci alla pasqua del tuo Figlio, rendici puri e forti nelle prove, perché sull'esempio di Cristo impariamo a condividere con i fratelli il mistero del dolore, illuminati dalla speranza che ci salva. Per il nostro Signore...