Omelia (01-11-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mt 5,1-12a

Iniziamo il mese di novembre, come tutti gli anni, con la splendida e luminosa festa di tutti santi: l'occasione per ricordarci della nostra origine e del nostro destino. Dietro la fragilità della nostra piccola vita si nasconde un potenziale santo!


Eccoli, i santi. Una miriade di uomini e donne di tutti i secoli che hanno seguito il Cristo fino in fondo, che hanno saputo consumarsi nell'amore al vangelo, che lasciano tracce di luce dietro di loro, senza volerlo, senza nemmeno saperlo. Eccoli, i santi: quelli conosciuti che finiscono sui calendari e che veneriamo nelle chiese e i tanti altri conosciuti solo da Dio, coloro che nessuno celebra e che, pure, rendono luminoso, giovane e attraente il volto della sposa. Eccoli i santi: persone normali che hanno preso terribilmente sul serio la sequela, che hanno realizzato, ognuno nella propria epoca e nella propria condizione, la stupefacente presenza di Dio. Eccoli al cospetto di Dio che vegliano su di noi e per noi tifano, ora che sono nell'assoluta pienezza, ora che hanno incontrato la pienezza. E questa giornata diventa immensa festa per loro e per noi, perché vediamo riflesso in essi ciò che siamo in profondità e che possiamo diventare, se solo lasciamo spazio allo Spirito! Eccoci, noi e i santi, famigliari di Dio, anticipatori di un mondo altro, nuovo, in cui Dio è tutto in tutti. E, guardandoli, sentiamo in noi stessi la struggente nostalgia di Dio.