Omelia (01-11-2004) |
don Marco Pratesi |
Santi per vocazione Uno dei sogni più profondi dell'uomo - anzi, direi il più profondo - è essere come Dio. Ricordiamo la storia del peccato delle origini: "Se mangerete sarete come Dio". Particolarmente oggi abbiamo tutti la voglia di essere come dèi: eternamente giovani, con una risorsa e una soluzione per tutto. In concreto questo significa cercare di acquistare sempre più mezzi, più ricchezza, forza, etc... Questa è la nostra "scalata al cielo". Ricordiamo ancora che questo sforzo è già alle origini dell'umanità: la famosa torre di Babele è costruita per questo. Così facendo noi cerchiamo di diventare come Dio, così come noi lo immaginiamo: è il più forte, il più ricco, il più grande. Questa però è l'immagine dei falsi dèi, gli idoli, inventati dall'uomo sin dall'inizio della sua storia. Quel Dio siamo noi stessi, solo un po' "ingranditi". Non cerchiamo davvero - anzi ce ne guardiamo bene! - di diventare come il Dio della Bibbia, il Dio di Gesù Cristo, ma come gli idoli creati dall'uomo a propria immagine. Dimentichiamo facilmente che la Parola di Dio ci dà un'immagine diversa di Dio. C'è una parola che ricorre nella Scrittura per dire come è Dio, per dire che è diverso da tutto il resto e dagli altri dèi: "santo". Dire "Dio è santo" sembra una banalità, ma significa che Dio è diverso da tutto il resto: inimmaginabile, inconcepibile, imprevedibile. Non è una proiezione di noi stessi, una riproduzione ingrandita del nostro modo di fare. È diverso dall'uomo e dagli dèi costruiti dall'uomo, differente da quello che di lui possiamo immaginare. Per questo nell'Antica Alleanza c'era il divieto di farsi delle immagini, delle figure di Dio. Possiamo soltanto sapere che Dio non è come lo immaginiamo? Non possiamo andare oltre? L'immagine visibile del Dio invisibile è Gesù di Nazareth. Gesù ci dice: "Se vuoi sapere chi è Dio, com'è davvero, guardami. Tu hai in me la sola immagine totalmente vera del Padre. Guarda come vivo, come parlo, come reagisco nelle varie situazioni; e soprattutto come muoio. Allora vedrai che Dio non è tanto il potente fulminatore che vive in un grandioso disinteresse per tutto; lo splendido monarca assoluto rinchiuso nel suo isolamento beato. È invece mite e pacifico, misericordioso, che vuole la pace e la giustizia, che vuole per gli uomini la liberazione da ogni male, il Dio delle beatitudini". Questo Dio Santo chiama anche noi a essere come Lui, santi: i battezzati sono "santi per vocazione". Nel corso dei secoli ci sono stati tanti santi e ciascuno ha percorso una strada personale, ma tutti erano animati da un unico Spirito, quello sintetizzato nelle beatitudini. Anche noi cerchiamo il nostro modo di vivere a immagine del Dio vivente. Per questo chiediamo l'aiuto e l'intercessione di questi amici, fratelli e sorelle di cui oggi contempliamo l'assemblea varia e festosa. All'offertorio: Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci confermi nello Spirito delle beatitudini, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente. Al Padre Nostro: Chiediamo al Padre che il suo nome sia santificato attraverso la santità della nostra vita: |