Omelia (07-01-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mt 4,12-17.23-25

Fugge, il Signore. Hanno arrestato il Battista, Erode non sopporta più di essere sbeffeggiato dal profeta di fuoco. Meglio cambiare aria, tornare al Nord. Ma, invece di nascondersi, Gesù inizia la sua predicazione. Non sempre un evento nefasto ha conseguenze negative. Così come la persecuzione della prima comunità a Gerusalemme avrà, come inattesa conseguenza, l'annuncio del Vangelo ai pagani. E il ministero pubblico di Gesù inizia dall'estremo nord, dalle terre che per prime, caddero sotto la dominazione assira, settecento anni prima. Terre perdute, per i puri di Gerusalemme, terre pagane e immonde, fatte di meticci e di promiscuità. L'annuncio del Vangelo inizia nelle piazze, non nelle chiese. Dalle periferie della storia, non dai convegni che radunano i fervidi discepoli. Così, la Chiesa, se vuole restare fedele al mandato del suo Maestro, deve osare. Gesù si sporca le mani, si mischia alla folla considerata perduta dai religiosi della capitale. E il suo annuncio è semplice: Dio ti si è fatto vicino, accorgitene e cambia vita. Fossimo capaci di tornare a tanta disarmante semplicità! A dire le parole di Dio senza elucubrazioni teologiche e ansie moralistiche! Iniziamo la settimana, e l'anno, col desiderio, in questo anno della fede, di tornare a dire l'essenziale...