Omelia (08-01-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mc 6,34-44

Ha compassione di noi, il Maestro. Vede che siamo come pecore senza pastore, smarrite e deluse. Quanto è vero! Il nostro mondo, che tanto è cresciuto nel benessere e nella cura delle malattie, nel progresso tecnologico e nelle conquiste sociali, si è dimenticato dell'essenziale. Siamo smarriti, come negarlo? Crollate le ideologie, delusi dai politici, assetati di verità profonda, nemmeno dai pulpiti sentiamo più parlare con forza della verità di Dio. Verità che non è un insieme di norme da rispettare, di contenuti da professare, ma una persona, il Signore Gesù, che professiamo essere Dio e uomo. E lui, ancora, vede il nostro smarrimento e ne prova compassione. Compassione: capisce il nostro dolore, capisce e non ci accusa. Ma ci sprona e ci invita a condividere, a non farci assistere mentre aspettiamo che qualcun altro trovi la soluzione. La fame che portiamo nel cuore va affrontata con decisione, fidandoci di lui, mettendo ancora in gioco quello che siamo, ciò che abbiamo. La soluzione allo sbandamento è la condivisione in Dio, la consapevolezza che facciamo parte di un immenso progetto cui possiamo collaborare nel nostro piccolo. L'umanità attende pastori. Noi ne abbiamo seguito uno, l'unico, che può colmare ogni desiderio. Raccontiamolo.