Omelia (09-01-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mc 6,45-52

Gesù costringe i suoi discepoli a imbarcarsi, senza di lui, per andare all'altra riva. Ma sull'altra riva ci sono le città pagane, inizia il territorio della Decapoli. La compassione che diventa intervento e pane, si fa ora sollecitudine e desiderio da condividere con i suoi più intimi. La Chiesa che ha conosciuto l'unico che sazia, è chiamata a prendere il largo per raggiungere ogni uomo, nella logica dell'Epifania che abbiamo celebrato. Infedele e pigra è la Chiesa, noi Chiesa, quando ci rintaniamo nelle sicure mura delle nostre parrocchie. Il Signore ci obbliga ad uscire, ci costringe a seguirlo e a crescere. A crescere: nella tempesta e nel mare agitato della storia siamo soli, in attesa della sua venuta alla fine dei tempi. Fra qui e allora, siamo chiamati ad avere fiducia: il Signore ci raggiunge nella notte e ci oltrepassa. Ci è sempre davanti, il Signore, nel desiderio di annunciare il Vangelo a chi vive smarrito e senza pastore. Capiamo queste cose, oggi! Il miracolo della divisione dei pani, che ancora dobbiamo cogliere in tutta la sua forza, ci invita a non stare seduti in attesa, ma a rimboccarci le maniche per aiutare il Signore ad annunciare la salvezza a chi ancora non sa di averla ricevuta.