Omelia (10-01-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Lc 4,14-22a

Anche noi, oggi, rendiamo testimonianza: davvero il Signore Gesù è colui che colma il nostro cuore, è l'atteso, colui di cui profetava Isaia. Siamo colmi di meraviglia mentre lo ascoltiamo, mentre interiorizziamo le sue parole che ci raggiungono, oggi, nello Spirito, attraverso la Parola e la preghiera. Anche noi vediamo compiersi la Scrittura nelle nostre vite piccine, mentre allarghiamo il nostro cuore e lasciamo che sia lui, il Signore, a dare senso alle nostre scelte e alle nostre azioni. Il gesto del Signore, il frequentare la sinagoga del suo villaggio, l'ascoltare le Scritture e interpretarle, rendere lode al Dio dei padri, è un invito, per noi, ad imitare la sua costanza e la sua fede. Nelle nostre comunità di riferimento, celebrando l'eucarestia domenicale, nei sacramenti che ci accompagnano nella vita cristiana, siamo aiutati a leggere la volontà di Dio su di noi. In questi tempi difficili, in cui conservare e far crescere la fede è diventato un atto di fede impegnativo, siamo chiamati a perseverare con forza, migliorando le nostre eucarestie perché diventino sempre più luoghi di ascolto e di accoglienza della presenza di Dio, nella sua Parola e nel pane eucaristico. La fedeltà di Gesù alla celebrazione comunitaria ci incoraggia nella perseveranza.