Commento su Gv 5, 17-18
"Ma Gesù disse loro: "Il Padre mio agisce anche ora e anch'io agisco". Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gv 5, 17-18
Come vivere questa Parola?
"Il sabato e il farsi figlio di Dio," ecco il motivo per cui i Giudei vogliono uccidere Gesù! "Scioglieva" il sabato che grazie a Lui ritrovava il suo "essere per l'uomo" e chiamava Dio Padre facendosi uguale a Lui.
Farsi uguale a Dio è il peccato di Adamo, ecco perché accusano Gesù! Ma il peccato di Adamo non fu quello di farsi uguale a Dio, ma di rapire ciò che non può essere che dono; volle possedere in proprio ciò che gli veniva dal Padre: non accettò di essere figlio. Gesù invece è il Figlio, il primo uomo che accetta di essere tale: amato dal Padre e obbediente a Lui!
Padre mio, io mi abbandono a te: fai di me ciò che ti piacerà. Qualunque cosa tu faccia, io ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto, purché la tua volontà si faccia in me, in tutte le tue creature. Non desidero altro, o mio Dio. Rimetto la mia anima nelle tue mani. Te la dono, o mio Dio, con tutto l'amore del mio cuore, perché ti amo ed è per me un bisogno d'amore il donarmi, il rimettermi senza misura tra le tue mani, con infinita fiducia, perché tu sei mio Padre. (Charles de Foucauld)
La voce del fondatore della comunità di Taizé
"Un chiacchierare inutile con noi stessi può ingombrare la nostra persona e allontanarla dalla fiducia del cuore. Allora c'è l'audacia di dire a Cristo: "Luce interiore, non permettere che le mie tenebre mi parlino!"
Frère Roger
suor Monica Gianoli FMA - mogianna@libero.it