Omelia (29-03-2015)
padre Antonio Rungi
Osanna al Figlio di Davide, crocifisso per Amore

La domenica delle palme è in verità la domenica della passione di Cristo. La liturgia, di oggi, oltre a fare memoria dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme, ci fa meditare, con la lettura del Passio, che oggi è quella del Vangelo di Marco, sul mistero del processo a Gesù Cristo, della sua condanna a morte, del suo viaggio al Calvario, crocifissione e della sua morte in croce. In poche parole riviviamo nella celebrazione di questa domenica della pace e della riconciliazione il cammino d Cristo verso la sua pasqua di morte e risurrezione, che è anche morte e risurrezione per noi. La Pasqua, la Chiesa continua a viverla in profondità con la celebrazione quotidiana, settimanale, annuale della messa di risurrezione, memoriale e attualizzazione, in modo incruente della pasqua del Signore. Fare Pasqua è il motivo perché Gesù entra nella città santa. Come buon discendete della stirpe di Davide, egli è il Re vittorioso che va verso la sua definitiva residenza e destinazione, che non è il tempio di Gerusalemme, nella i palazzi dei potenti, è invece il calvario e la croce, in cui il Cristo viene innalzato per attrarre a sé l'intera umanità verso la riconciliazione e la pace. In questa domenica, tutti noi cristiani, con la palma in mano, segno del martirio per la fede, andiamo incontro al Signore ed una volta incrociato il suo volto, mettiamoci alla sua sequela, facendo lo stesso itinerario del nostro maestro, fino alla morte in croce e alla risurrezione. Siamo festanti per la gioia di aver incontrato Cristo nella nostra vita e questo nostro incontro si trasformi continuamente in un dialogo d'amore con Dio e con i fratelli, mettendoci dalla parte di coloro che lottano per la pace, la giustizia, la verità, la gioia e la felicità che nasce da un cuore veramente riconciliato. Il simbolo della palma benedetta che ci scambieremo fraternamente e con gioia oggi e che porteremo agli anziani, ammalati e sulle tombe dei nostri cari, è tutto un progetto di vita che vogliamo potare al termine, dopo il lungo periodo di incubazione che è stata la Quaresima di quest'anno 2015, che svolge al termine e che ci pone, proprio come punto più alto, di tutta il cammino, la montagna del calvario con Cristo Crocifisso, inchiodato alla Croce e morto per noi sul patibolo più ignominioso per un uomo. Il nostro osanna sia rivolto a Gesù che entra in Gerusalemme, acclamato con Re e atteso Messia del popolo di Israele, ma il nostro osanna sia più forte e convincente nel rivolgere la nostra preghiera al Servo sofferente del Signore a Cristo Crocifisso, morto e risorto per noi, come ci invita a fare il profeta Isaia, nel brano della prima lettura di questo giorno di luce e tenebre, di amore ed odio, di gioia e di dolore.
Essere discepoli del crocifisso ed avere parole di conforto e di incoraggiamento verso coloro che sono crocifissi con il Crocifisso e nel Crocifisso. Prestare attenzione a ciò che il Signore vuole da noi, in questo discepolato che ci impegna anche a portare la nostra croce. Non c'è vero cristiano senza la croce di Gesù.
Nel salmo responsoriale di oggi, tratto dal salmo 21, è trovata descritta in anticipo tutta la passione di Cristo, anche nella stessa terminologia biblica usata da Gesù sulla Croce, che Egli ben conosceva: Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato? E poi la bellissima riflessione-preghiera di questo salmo che ti fa toccare con mano il grande mistero del dolore e della sofferenza del Signore.
La teologia del croce, il contenuto più completo di tutto il mistero di Gesù Crocifisso, la troviamo sintetizzato nel ben noto passo della Lettera ai Filippesi di San Paolo Apostolo. L'umiltà di Cristo, la sua obbedienza al Padre nella missione affidatagli per la salvezza del genere umano, fino al compimento supremo della morte in croce; la centralità di Cristo nel piano della redenzione e della glorificazione, sono temi molto cari all'Apostolo Paolo che in questo bellissimo brano della lettera ai Filippesi coglie con precisione estrema la venuta, la missione, la glorificazione di Gesù, verso cui converge ogni cosa, ogni realtà terrena, umana, celestiale.
Nel rinnovare il nostro grazie infinito alla Santissima Trinità per l'opera della redenzione, in questa domenica delle Palme il nostro sguardo si fissa più che mai sul Crocifisso, sull'uomo della Croce, che è Cristo Salvatore e a Lui ci rivolgiamo con questa preghiera:

Sul monte del dolore,Tu, Signore della Croce,
sei salito per amore, salvando il mondo intero
dalla vera sofferenza.

Gesù, vittima pasquale, che ti sei donato al Padre,
in totale obbedienza alla sua volontà,
fa' che la nostra vita sia in obbedienza alla volontà di Dio.

O, Gesù, morente sulla Croce,
non permettere a questo mondo di dimenticare il tuo dolore,
causando morte e distruzione in odio alla religione.

Guarda dalla Croce coloro che portano tante croci,
dalle più leggere alle più pesanti,
senza lamentarsi mai.

Proteggi la sofferenza innocente di tanti bambini, donne ed uomini
che soffrono in ogni parte della terra,
senza avere il minimo conforto da quella carità fraterna
che spegne il fuoco di ogni sofferenza.

Fa' che noi, viandanti della croce e con la croce,
pellegrini del dolore, che ci lamentiamo di ogni minimo dolore,
sappiamo guardare alla tua Croce
e nella preghiera di ringraziamento,
rinnovare l' impegno di seguirti fino al Calvario,
ben sapendo che chi vuole venire dietro a Te,
deve prendere la sua croce, ogni giorno
e camminare speditamente verso le alte mete
dell'amore e dell'oblazione.

Signore della Croce, donaci la forza
di portare con dignità le nostre croci quotidiane,
quelle che Tu ci doni per amore e per purificazione,
quelle che ci arrivano inaspettate,
dalla nostra condizione umana.

Signore della Croce, abbi pietà di noi peccatori,
di noi che abbiamo messo sulle spalle degli altri
le nostri croci, perché incapaci di amare e di sacrificarci per gli altri.

Signore della Croce,
dona pace al nostro cuore inquieto e irrequieto,
finquando, rassegnandosi alla tua volontà,
non riposa in Te per l'eternità. Amen
(Preghiera di padre Antonio Rungi)