Omelia (30-11-2002) |
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Sant'Andrea Apostolo Sant'Andrea è il fratello minore di Simon Pietro ed è figlio di Giona di Betsaida. Come il loro padre, i due fratelli fanno i pescatori sul lago di Genesaret. Come l'amico Giovanni, Andrea, discepolo di Giovanni Battista, è colpito dalla grazia di Dio. Quando il loro maestro, battezzando nelle acque del Giordano, riconosce "l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo", indicando Gesù di Nazaret, si pongono al seguito del Salvatore e, da allora, restano sempre accanto a lui. Entrambi ricevono i primi segreti dell'inviato dal Padre. Riempito di gioia e di fede per aver incontrato il Messia che egli aspettava, Andrea va in cerca di suo fratello per condurlo al più presto da Gesù. Presente alle nozze di Cana e alla prima Pasqua celebrata a Gerusalemme, si mette definitivamente al seguito di Cristo dopo la pesca miracolosa. Colmato dello Spirito Santo il giorno della Pentecoste, finisce la sua vita evangelizzando i popoli, specie la Grecia, e muore crocifisso a Patrasso, nella Grecia meridionale, verso il 69. Il tipo di martirio subito fa sì che venga considerato l'apostolo della croce. Grande apostolo della Chiesa d'Oriente, le sue reliquie furono trasportate a Costantinopoli nel 357, quando furono trasportate anche quelle di san Luca e di san Timoteo. È oggi venerato come patrono della Scozia e come fondatore della Chiesa di Kiev, in Ucraina. Sant'Andrea aveva un ardente desiderio della venuta del Messia. Tale speranza gli permise di rispondere al grido del Precursore e di seguire subito l'Agnello di Dio, che Giovanni Battista doveva annunciare ad Israele. Come Giovanni, egli ha accolto dal Messia le prime parole del Verbo incarnato, e la prima missione che egli compì in qualità di apostolo di Gesù fu quella di condurre al più presto suo fratello dal Salvatore. Anche se sant'Andrea non fu presente alla crocifissione di Gesù, lo Spirito Santo gli ha concesso la grazia di testimoniare la sua fedeltà a Cristo, dando la sua vita nel martirio. Questa festa ci esorta a prendere coscienza della nostra vocazione cristiana e a chiedere la grazia di rispondervi con pienezza, accogliendo nel profondo dei nostri cuori la parola di Dio, desiderando davvero condurre i nostri fratelli da Gesù e mostrandoci coraggiosi di fronte ad ogni prova. È l'occasione di pregare in particolare per l'unità tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli. Tale unità sarà possibile se tutti i cristiani si rinnoveranno nella fede, nella speranza e nella carità verso colui che li unisce: Cristo. |