Omelia (27-03-2015)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Gv 10, 37-38a

"Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere."

Gv 10, 37-38a


Come vivere questa Parola?

Quel che Gesù ha chiamato "la mia ora" sta ormai per venire nella sua vicenda terrena. Il Signore ne è pienamente consapevole, ma non si affievolisce né il suo coraggio né la sua franchezza.

A due passi dalla Sua Passione e Morte, con il volto luminoso della Verità sostanziale, Gesù pone i suoi nemici di fronte a una prova che spiazza la loro sicumera. E la prova sono i ‘segni' (o miracoli) che ha compiuto senz'aria di mistero, fuori da ogni ‘sceneggiata' che lo portasse a farsi ammirare dalla gente.

Li ha compiuti. E basta! Così ha fatto uscire Lazzaro dal sepolcro. Ha restituito, vivo e lieto, il figlioletto a sua madre, una vedova di Naim. Ha asciugato tante lacrime e ha restituito la vista a chi era cieco.

La sua vita stessa è stata un segno di bontà infinita nel succedersi delle opere compiute in assoluta gratuità, solo per dar gloria al Padre e spremere vita autentica e gioia limpida dentro le vene dell'umanità.

Eppure, il cuore indurito degli avversari rimane ermeticamente chiuso. No, non credono neppure alle sue opere tutte di luce.


Signore, questa costatazione dovrebbe aprire bene gli occhi anche a noi. Anch'io, anche tu e tutti noi che crediamo, siamo chiamati a vivere, alla maniera di Gesù, compiendo - pur nel nostro piccolo - opere buone, cioè intrise di amorevolezza e bontà. Fa' che perseveriamo nel far questo, senza meravigliarci quando nessuno si accorge del nostro ben operare. Donaci d'essere contenti e partecipi di quel che tu hai vissuto.


La voce di un saggista filosofo

"Le tue opere: quelle si mi raggiungono. Esse parlano così forte che io non riesco a sentire quello che dici."

Ralph Waldo Emerson


Sr Maria Pia Giudici - info@sanbiagio.org