Commento su Gv. 12,3
«Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo»
Gv. 12,3
Come vivere questa Parola?
L'evangelista Giovanni descrive una scena in cui si mescolano la devozione servizievole di Marta, la tenerezza adorante di Maria, la gretta malignità di Giuda. Giovanni ci fa rivivere momenti di intimità e accoglienza nella casa di Betania: Maria con un gesto concreto esprime la sua gratitudine al Maestro e lo unge con un unguento prezioso, in vista della sua morte e sepoltura: ella manifesta l'amore di tutte le persone salvate da Gesù (che aveva risuscitato il suo fratello Lazzaro). Maria ama senza calcolare: la fragranza di questo amore si espande in tutta la casa; mentre Giuda con la sua grettezza lesina l'amore e trova persino una maldestra scusa (vendere l'unguento per darlo ai poveri).
Anche noi, come Maria, in ogni Eucarestia siamo chiamati ad adorare il corpo il Cristo, fatto dono d'amore per noi, e soprattutto a metterci a servizio degli altri, manifestando ad essi la nostra bontà. Chi ama non gioca al risparmio, ma dona con tutto il cuore, perché l'amore non conosce misura.
Signore, fa' che io ami senza gretti calcoli, che io sosti ai tuoi piedi come Maria in una silenziosa e adorante preghiera e possa versare il profumo dell'amore verso le persone deboli e bisognose.
La voce di una donna mistica moderna
"Un cristiano (..) renderà grazie, perché tutti i suoi gesti diventeranno l'espressione di un amore che non conosce né limiti né eccezioni, un amore del quale soltanto Cristo ha detto agli uomini che lo devono e ricercare e donare."
Madeleine Delbrel, Indivisibile amore, Piemme 1994, p. 155
D. Mario Maritano SDB - maritano@unisal.it