Commento su Gv. 18,30
«Gesù disse: "È compiuto!". E, chinato il capo, consegnò lo spirito».
Gv. 18,30
Come vivere questa Parola?
La croce ci ricorda che Dio ha preso su di sé tutto l'umano patire e lo ha redento per amore: Sulla croce Dio si è donato tutto, senza riserve e senza condizioni, quasi si è arreso alla malvagità umana per superarla e sconfiggerla. Gesù ama la vita, non cerca la morte, ma l'accetta come conseguenza del suo grande amore verso il Padre e verso l'umanità. "Un amore che chiama amore - scrive Paolo VI - 'Amatevi come Io amo voi'.
Siamo invitati anche noi a seguire Gesù, a innalzare il nostro sguardo su di Lui, ad esprimere la nostra fede in Lui, salvatore e redentore. Nel crocifisso morto e risorto troviamo una risposta al nostro dolore e alla nostra morte, che si aprirà poi alla risurrezione. Come uomini e come cristiani, passiamo sì attraverso il venerdì santo, ma solo per arrivare alla gioia della domenica di Pasqua.
Signore, fa' non sia mai indifferente di fronte alla tua croce e a quella di tante persone umane e ritrovi il tuo amore misericordioso e lo dimostri nella mia vita quotidiana. La mia sofferenza sia sempre vissuta nell'amore.
Dal Catechismo dei giovani
«Anzitutto, la croce fu vista come la manifestazione suprema dell'amore del Padre e del dono di Gesù, il gesto che fa toccare con mano l'inesauribile amore di Dio verso di noi. Leggendo i racconti della passione, i primi cristiani provavano stupore, quasi incredulità: Dio ci ha amati fino a questo punto (Rm 5,6-8)!»
Catechismo dei giovani - Venite e vedrete cap. 4: La Pasqua. La croce: stoltezza e follia
D. Mario Maritano SDB - maritano@unisal.it