Omelia (01-11-2004) |
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Invito alla gioia La liturgia di oggi si è aperta con l'invito alla gioia: "Rallegriamoci tutti nel Signore!". E perché? Perché celebriamo la festa di una grande moltitudine di eletti che già partecipano in cielo della felicità stessa di Dio. Chi sono questi eletti, questi santi? - In primo luogo, i santi sono quelli "canonizzati dalla chiesa, dopo aver esaminato attentamente il mistero della loro vita e aver constatato che essi l'avevano resa conforme al "codice di vita" proclamato da Cristo con le beatitudini. Ma sono santi anche tutti coloro che, amorosamente sottomessi alla volontà di Dio durante tutta la loro vita, hanno meritato di essere introdotti alla presenza del Signore, per sempre. Sono i santi anonimi, e sono i più numerosi, e lo sono come quelli canonizzati, anche se la chiesa non ha potuto metterli ufficialmente sugli altari. - E perché li festeggiamo? Perché essi sono i veri vincitori: hanno riportato la vittoria più difficile: su se stessi e sulle passioni che si agitano nell'uomo, sul mondo e sul demonio che sempre tentano al male; hanno combattuto per rendere la loro vita conforme al vangelo. Più dei grandi generali di cui la storia esalta le imprese, essi meritano gli onori del trionfo, del trionfo eterno. - Abbiamo anche noi qualche speranza di partecipare un giorno al loro trionfo? Non dobbiamo neanche dubitarne: Cristo non esclude nessuno dalla salvezza ch'egli ha portato. Però Cristo non la impone, ma solo la propone: "Vieni e seguimi!". Ognuno è libero di accettare o di rifiutare. Però seguirlo vuol dire prendere sulle spalle la croce della vita e delle sue difficoltà, e portarla come lui ha portato la sua. Seguiamo Cristo con coraggio, con la fede nella sua parola, prendendo sul serio le beatitudini e praticando l'amore verso i fratelli. Un giorno il cielo si aprirà per noi come per gli eletti di Dio, i santi. Questa è la nostra speranza! |