Omelia (01-02-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mc 4,26-34

Di cosa dobbiamo preoccuparci? Perché fatichiamo ancora a fidarci del Signore? Quanto scoraggiamento vedo negli sguardi affaticati dei nostri preti! Quanto dolore nelle loro parole! La Chiesa sembra perdere consensi, nubi fosche si addensano all'orizzonte. Ma anche al di fuori della fede le cose non vanno meglio, anzi. Guardandoci intorno rischiamo davvero di lasciarci cadere le braccia: il mondo non cambia, la violenza e l'indifferenza sembrano inarrestabili, assistiamo impotenti al dilagare della dittatura dell'economia... E il Signore, oggi, ci incoraggia: il Regno cresce anche se non ce ne accorgiamo, come il seme gettato dal seminatore si fa strada fra le zolle della terra e diventa spiga e grano. Bando all'ansia, amici! Smettiamola di ragionare da piccoli manager ossessionati dai risultati o di misurare la validità della nostra pastorale! Entriamo, infine, nella logica di Dio, crediamo (almeno noi!) alle parole del Maestro. Le nostre comunità cristiane sono diventate una piccola e disarmata realtà nel caos delle opinioni: siamo un piccolo resto, come il granello di senapa. Non spaventiamoci, allora, e ancora, lieti, mettiamo la nostra vita al servizio del Vangelo.