Omelia (07-02-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mc 6,7-13

È essenziale l'annuncio del Vangelo. Non ha bisogno di grandi mezzi o di complesse organizzazioni. Non ha bisogno di professionisti o di manager, di grandi strutture o di eserciti di lavoranti. Ha bisogno di donne e uomini convinti e coinvolti, che sappiano fare comunione, che sappiano stare con le persone, che sappiano guarirle interiormente indicando loro Cristo. Leggendo questa pagina sento una fitta al cuore, quando vedo che la struttura che nel recente passato la Chiesa si era data è diventata semplicemente insostenibile. Opere caritative con enormi collegi o ospedali che oggi non riusciamo in alcun modo a mantenere... Conventi e seminari giganteschi abitati da pochi e attempati religiosi... Forse il Signore ci vuole ammonire e invitare a tornare all'essenziale, a non sacrificare le poche vocazioni che abbiamo riempiendo le persone di incarichi. Forse il Signore vuole che ogni cristiano, non solo i preti e le suore, tornino ad impossessarsi dell'annuncio, lo traducano con linguaggi nuovi, accessibili, convincenti. Forse tutta questa crisi è salutare, se ci obbliga a tornare a quanto oggi ci dice il Signore. È lui che annuncia: a noi il compito, semplicemente, di diventare sua trasparenza.