Omelia (20-02-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Lc 11,29-32 Cerchiamo segni, perché nascondercelo? Siamo cristiani cattolici, ci professiamo tali eppure abbiamo sempre bisogno di certezze, di conferme. Come se la fede, invece, non avesse a che fare proprio col fidarsi, con l'avere fiducia. Invece no: come i contemporanei di Gesù abbiamo bisogno di conferme e corriamo dietro ai miracoli e alle apparizioni. Nella vita privata, poi, mettiamo alla prova Dio chiedendogli di manifestare la sua presenza esaudendo le nostre (a volte legittime) richieste. Dio se esisti fa' che... e mi immagino il Signore intento ad appuntarsi tutto quello che deve fare... Gesù, oggi, ci invita a non andare dietro ai segni ma a valorizzare la sua presenza nelle cose che già esistono. Profeti come Giona ancora attraversano le nostre distratte città. Cristiani saggi come Salomone che dispensano consigli li possiamo ancora trovare (anche se con una certa fatica, a dire il vero...). Non abbiamo scusanti: abbiamo tutti gli strumenti per prendere sul serio l'invito a conversione che ci fa il buon Dio. Ben più di Giona e Salomone abbiamo qui: la presenza stessa del Signore Gesù nel segno della sua parola e dell'eucarestia! |