Omelia (04-03-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Lc 4,24-30 Quanto è brutto sentirsi dire la verità, soprattutto quando è scomoda e ci inchioda alle nostre incoerenze! Gesù è rifiutato dai suoi concittadini e, invece di fare l'offeso, ancora cerca di convincere, di convertire, di spiegare, citando episodi che l'uditorio conosceva bene. La realtà è che, nella storia di Israele (e nella nostra) sono gli stranieri a stupirsi e ad accogliere, come la vedova di Zarepta, come Naaman il Siro. Chi è abituato, chi sa, chi pensa di essere al sicuro, non ha quello stupore che, solo, ci permette di scoprire ciò che di nuovo Dio ci riserva. E davanti alla sollecitazione e alla provocazione di Gesù qual è la nostra reazione? Convertirci? Riflettere? Macché: vogliamo buttare Dio giù dal burrone. A volte la vita (anche la vita ecclesiale) ci riserva delle difficoltà, dei giudizi, delle sfide. Evitiamo di buttare Dio giù dal dirupo e prendiamo molto sul serio le sue sollecitazioni. In questo anno della fede e in questa quaresima in particolare, accogliamo la Parola e accogliamola soprattutto quando ci giudica. Il giudizio di Dio non è mai punitivo ma, se accolto, liberante e fecondo. Stiamo attenti, in questa settimana, ai tanti profeti che Dio mette accanto a noi! |