Omelia (12-03-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Gv 5,1-16

Vuoi guarire? Che domanda sciocca! Certo che sì! Tutti noi vorremmo guarire e stare bene! Eppure... Gesù sa bene cosa significa, per quest'uomo, guarire dopo una vita di malattia, dopo decenni di vita da mendicante. I malati, al tempo di Gesù, erano considerati dei maledetti da Dio, dei peccatori e, probabilmente, quest'uomo aveva finito col credere di essere condannato. Voler guarire significa, in questo caso, correre dei rischi enormi. Il rischio di passare per un impostore, ad esempio. Il rischio di dover imparare un lavoro e smetterla di dipendere dagli altri. Quanto ha ragione Gesù! Può accadere di non voler guarire, di restare bene dove stiamo, di non ammettere che, in fondo, stiamo bene come stiamo. Ne conosco tante di persone che dicono di non stare bene dove sono e che, pure, non muovono un dito per cambiare. Dio non ci salva senza la nostra collaborazione, non compie miracoli a basso costo: se davvero vogliamo cambiare dobbiamo avere il coraggio di osare, di andare oltre. Di crescere. Il paralitico guarirà, certo, e la sua vita cambierà. Chiediamo al Signore il coraggio della guarigione interiore!