Omelia (13-03-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Gv 5,17-30 Nell'anno della fede occorre ribadirlo con forza e determinazione: Gesù è stato ucciso perché si faceva come Dio, chiamandolo "padre". Giovanni non ha paura di sconfessare tutte le nostre acrobazie politicamente corrette, quando cerchiamo di attenuare la pretesa messianica di Gesù. Quanti cristiani incontro che pensano che Gesù fosse un bravo ragazzo e nulla di più! Un buon uomo coerente ucciso per le sue idee! No, le idee di Gesù erano forti, ma era abituale in Israele il dibattito, anche serrato, anche acceso. Gesù è stato ucciso per la sua folle pretesa. Gesù ha affermato con forza di essere in un rapporto unico e privilegiato con Dio, non come un profeta o un uomo particolarmente spirituale, ma come il figlio stesso di Dio. Difficile, dal mio punto di vista, ammettere questo e continuare a sostenere il fatto che Gesù, in fondo, era una gran bella persona. Uno che si prende per Dio è un matto, certamente non una bella persona! Noi continuiamo a professare che Gesù è veramente chi egli ha detto di essere: il figlio di Dio venuto per svelare la profonda e definitiva identità del Padre. Vale la pena ricordarcelo. |