Omelia (14-03-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Gv 5,31-47

Possiamo ascoltare le Scritture e accogliere la testimonianza dei profeti (di Giovanni Battista!) elaborando una fede che non è quella autentica. Questo è ciò che è accaduto alla maggioranza dei contemporanei di Gesù, tutti credenti, la maggior parte devoti. Possiamo essere talmente certi della nostra interpretazione da non cambiare idea nemmeno davanti a Dio! Davanti al miracolo di un paralitico guarito dopo decenni, i farisei cominciano a disquisire sulla liceità di fare questo gesto di sabato: filtrano il moscerino e ingoiano il cammello! Quanto è difficile raccapezzarsi davanti alla verità, quanto è difficile per chi crede mettersi in discussione! In questo anno della fede proviamo a scuotere le nostre certezze per rinforzarle, per distinguere ciò che è essenziale da ciò che è accessorio. Non temiamo di perdere la fede: usando l'intelligenza, nel solco dell'autentica tradizione cristiana, possiamo capire cosa davvero è essenziale e cosa è temporaneo. Che non succeda anche a noi di rigettare la novità di Dio in nome di Dio! Ascoltiamo la testimonianza della scrittura e dei profeti che ancora ci parlano di Cristo rivelatore del Padre!